L’incidente di Cuvio apre l’ennesimo dibattito sulla sicurezza stradale nell’alto Verbano. Sulle cause che hanno portato allo schianto mortale di sabato notte a Cuvio l’ultima parola sarà degli inquirenti: intanto, il territorio ha reagito con silenzio doloroso alla scomparsa di , 21 anni.
Nessuna parola e tanto sconcerto per l’ennesimo giovane che muore sulla strada, come afferma anche il parroco del paese: «Non rilascio nessuna dichiarazione, rispettiamo il dolore della famiglia». Non solo la statale 394 è da anni teatro di paurosi incidenti, ma anche le strade secondarie della Valcuvia hanno preteso il loro tributo in termini di vite.
Due giorni dopo l’incidente di via XX Settembre, qualcuno afferma che tra la Sp 39 per Gavirate, la Sp 45 per Cabiaglio-Brinzio e la 394 si va comunque troppo forte.
«Possono capitare le disgrazie, ma non è sempre la fatalità che ti porta a sbandare e a perdere il controllo. Si va troppo forte e manca il senso del pericolo a molti, soprattutto giovani», è il riassunto dei pensieri di tanti abitanti della zona. L’alta velocità come causa di morte: per porvi rimedio chiedono l’abbassamento dei limiti e maggiori controlli.
Una sequenza più volte denunciata anche da alcuni amministratori locali. «I vigili del medio e alto Verbano hanno effettuato qualche controllo aggiuntivo in questo periodo, ma di altro non ho visto nulla», commenta , sindaco di Brenta e capofila di tante battaglie per la sicurezza stradale soprattutto della 394.
Proseguendo verso il luogo dell’incidente di sabato si arriva nell’abitato di Cuveglio, uno dei paesi della valle più esposti ai rischi della strada. Il primo cittadino racconta: «Domenica ero alla festa di Vergobbio, la piccola frazione di Cuveglio confinante con Cuvio, e non si parlava d’altro. Si percepiva il turbamento di tutti. È vero, le fatalità capitano, ma l’impegno di ogni amministratore deve essere volto ad abbassare il rischio».
E descrive quello che si sta facendo nel suo Comune anche grazie alla collaborazione con altri municipi della Valcuvia: «Da quando abbiamo aumentato i controlli, in paese e sulla 394, c’è stato un netto miglioramento. Sette mesi di radar sono serviti per abbassare la velocità di percorrenza di quella strada pericolosa. Un esempio: prima le sanzioni venivano date a chi infrangeva il limite dei 90 orari, oggi invece la multa scatta per chi supera i 60. La gente sa che c’è la pattuglia con il radar e rallenta. Abbiamo raggiunto l’obiettivo, un miglioramento nella quotidianità dei cittadini».
«Stiamo cercando insieme ad Anas di arrivare al completamento delle due rotonde lungo la 394, quella al bivio per Rancio e quella di Mesenzana in zona Malpensata – afferma , il presidente della Comunità montana Valli del Verbano – L’ultima opera è inserita in un contesto molto critico: mi sto spendendo molto per questo intervento, che giudico fondamentale. C’è molto da fare e tanta voglia di portare a casa risultati concreti per la sicurezza: le amministrazioni fanno la loro parte, unendosi in convenzioni con l’obiettivo del controllo della velocità con radar e misuratori».
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