Ci sono anche due medici, residenti in provincia di Varese, coinvolti nella maxi inchiesta “disturbo”, sulla sanità lombarda, condotta dalla Procura di Monza, in collaborazione con il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano.
Secondo la Procura Monzese ortopedici e medici di base hanno agito per «favorire gli utili della multinazionale francese Ceraver anche a discapito della salute pubblica». Complessivamente sono rimasti coinvolti a vario titolo nell’inchiesta una trentina di persone: nei guai sono finiti anche due professionisti del Varesotto. Si tratta del medico di base di Ispra, , classe 1954, finito ai domiciliari e di., classe 1967 residente a Varese, anche lui medico di base, denunciato a piede libero. Misure cautelari per 14 persone, a seguito dell’ordinanza firmata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza, .
In carcere sono finiti gli ortopedici residenti in provincia di Monza Brianza ., . e ., assieme al promoter di Ceraver . (considerato il vero ‘dominus’ del meccanismo criminoso) e ., responsabile commerciale della multinazionale, considerate le figure chiave dell’ennesima inchiesta sulla sanità. Tutti sono accusati, in concorso tra loro, di corruzione e associazione a delinquere. Secondo la Procura di Monza alcuni chirurghi del Policlinico cittadino, grazie alla complicità di medici di base e dirigenti, avrebbero creato un vantaggio economico rilevante in favore della multinazionale francese a danno della sanità pubblica.
Secondo la ricostruzione della Procura, i chirurghi del Policlinico coinvolti avrebbero fatto acquistare dall’ospedale le protesi ortopediche prodotte dalla multinazionale, ottenendo in cambio per il “disturbo” viaggi, soggiorni di lusso, cene in super ristoranti, contanti e altri benefits. Complici del meccanismo sarebbero stati anche i medici di base che in cambio di soldi avrebbero messo a disposizione degli ortopedici i propri studi medici, assoldando anche pazienti anziani che necessitavano di protesi. Il medico di base di Ispra si sarebbe intascato «300 euro mensili e il 20% dei compensi corrisposti dai pazienti all’ortopedico per le visite ortopediche eseguite nel suo studio oltre a un compenso percentuale per la prescrizione dell’integratore Condro24». Stesso meccanismo, secondo la Procura di Monza, anche per l’altro medico varesino coinvolto nell’inchiesta sulla sanità lombarda.