New York, 8 ago. (TMNews) – Con i mercati mondiali in tempesta e l’impegno del G7 a fare tutto il possibile per dare stabilità al sistema finanziario globale i riflettori si spostano oggi su Washington e sulla riunione della Federal Reserve.
Il problema è capire, al di là del downgrade del debito americano da “Aaa” a “Aa+” deciso da Standard & Poor’s, quanto l’economia americana sia realmente solida. Per il momento, sono solo in pochi ad agitare lo spettro di un ritorno alla recessione, ma il timore resta: l’ex presidente della Fed Alan Greenspan ha detto che non è una possibilità, mentre l’ex consulente economico del presidente Barack Obama Lawrence Summers ha spiegato che il rischio c’è, ma è più legato alla crisi di debito in Europa che al downgrade degli Stati Uniti, la cui affidabilità creditizia è comunque intatta.
La chiave di volta per calmare i mercati potrebbe essere proprio la Fed. Secondo gli analisti, la Banca Centrale americana non dovrebbe toccare i tassi di interesse e lasciarli a un range tra lo 0 e lo 0,25 per cento, il minimo storico dove sono stati portati nel dicembre 2008, ma potrebbe comunque prendere in considerazione un terzo round di misure straordinarie a sostegno dell’economia.
“Ci sono leve che la Fed può usare come Qe3 (il terzo programma di quantitative easing, il secondo si è concluso a fine giugno), ma il punto è se ritenga necessario farvi ricorso”, ha detto Bruce McCain, capo economista di Key Private Bank. Altra domanda, per ora senza risposta, è se la Fed consideri il rallentamento del Pil nel secondo trimestre o il crollo del dato sul settore manifatturiero una battuta d’arresto temporanea o segno di una frenata dell’economia.
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