Ad un mese esatto dall’inizio dei campionati del mondo di nuoto paralimpico di Glasgow, macina bracciate nella piscina “Saini” di Milano guidato dal suo amico allenatore . A completare il trio dellache si colorerà d’azzurro c’è anche . Un trio che allargando lo sguardo al Progetto “AcquaRio” coordinato dalla Società varesina della presidente , diventa un quintetto con l’emiliana e la bresciana .
La toccata e fuga nella nostra redazione di Tosin e Morlacchi è l’occasione per un primo bilancio del progetto arrivato a metà strada. «Le considerazioni in merito ad “AcquaRio” vanno divise su due aspetti – risponde Tosin – Quello tecnico sta dando quanto avevamo auspicato all’inizio quando si voleva andare incontro ad ogni esigenza che può avere un atleta paralimpico di alto livello per crescere e migliorarsi. In questo senso ogni componente dello staff tecnico,
dalla mia prima collaboratrice Michela Biava, alla psicologa Michaela Fantoni fino al preparatore atletico Luca Caviggioni, hanno portato professionalità, competenza ed entusiasmo. Una squadra che ha prodotto e sta producendo ottimi risultati, confortata dalla fantastica risposta del Comune di Milano in termini di spazi acqua come mai ne avevamo avuti. Altra cosa è il supporto economico di cui il progetto avrebbe bisogno. In questo senso, solo adesso qualcosa si sta muovendo. Speriamo al più presto si possa concretizzare ciò che ci permetterebbe di lavorare con maggior serenità». A giudicare dai risultati ottenuti, Comitato Paralimpico, Federnuoto, Federnuoto paralimpica e progetto AcquaRio sembrano in piena sintonia. Nel panorama dello sport integrato un mezzo miracolo.