Reduce dal successo come giudice di The Voice of Italy e del suo ultimo album: “Il bello di essere brutti”, senza peli sulla lingua, divertendosi e senza maschere ha fatto scoprire al pubblico luci e ombre della sua carriera ventennale.
A partire dal recente album fonte di nuova linfa vitale per la professione diche proprio ieri s’è visto certificare il doppio disco di platino, mentre il singolo “Maria Salvador” è il singolo più ascoltato su Spotify.
Dietro all’idea del disco c’è il concetto di bruttezza «non solo fisica, a Milano dicevano che ero un po’ “Gino”. Quello con le scarpe sempre sbagliate e i pantaloni di velluto. Non essendo socialmente bello, però, ho avuto un casino di tempo per stare a casa ad ascoltare musica e pensare al futuro, a quello che avrei voluto. Quello figo il tempo non l’aveva, era troppo preso a limonare». Ora è anche produttore con Newtopia, etichetta discografica aperta con il socio Fedez: «Se non lo avessimo fatto, i nostri album non sarebbero andati così bene. Abbiamo deciso, come gli americani, di rischiare in prima persona, di produrci i dischi, prima di sistemare la distribuzione, che significa un investimento di mezzo milione di euro e rischiare tutto, case comprese». Uno sforzo ripagato da successo e credibilità in continua crescita.
«Aver fatto la tv “bene”, mi ha permesso un certo risalto mediatico con più porte aperte di prima». Il riferimento è a quelle dolorose porte in faccia, che hanno segnato un periodo buio per la carriera di J-Ax. «Ero rancoroso, perchè da solista in molti non mi han dato credito. Gli addetti ai lavori avevano decretato la mia fine. Tanto che non credevano ai risultati di pubblico. Ho dovuto acquisire più potere mediatico di chi mi screditava». Per fortuna ci sono stati tv e internet.
«Io ho fatto alla mia età il più grosso successo di carriera. Non è mai tardi, non è mai finita finché non lo dite voi». E poi ha confessato anche la “paranoia” d’invecchiare: «Ti rende riconoscente di quel che hai», riferendosi alla paralisi alle corde vocali che l’ha colpito all’inizio del tour.
«Sono intollerante ai latticini, ma non riesco a trattenermi sempre. Un giorno mi troveranno, come le star famose, morto per colpa di un overdose di cheese cake sulle scale del Chelsea hotel di New York».