Ferita aperta: «Un patrimonio in fumo Anche di soldi pubblici»

Giuseppe Barra, presidente del Parco Campo dei Fiori: «In un giorno 170 mail di sostegno». E con i fondi «Investiremo in prevenzione»

«Abbiamo ricevuto 170 mail in un solo giorno – afferma , presidente del Parco Campo dei Fiori – Sono le mail di persone che vogliono mettersi a disposizione del Parco per ripristinare le zone in cui la vegetazione è andata distrutta dal fuoco. Le operazioni di ripristino si svolgeranno con le associazioni (Guardie ecologiche volontarie, Cai, Legambiente, il gruppo osservatorio, etc) e saranno strutturate per fare in modo che il lavoro abbia effetti duraturi».

Non è ancora stato dichiarato chiuso, ma la notte tra mercoledì e giovedì è andata bene. Qualche fumaiolo ripartirà e anche nei prossimi giorni continueranno i presidi e le operazioni di spegnimento. Senza vento e con la pioggia la situazione si normalizzerà.

No, non direi. Mercoledì l’intervento di spegnimento era andato a buon fine, giovedì era avvenuta la bonifica, per noi in quella data l’emergenza era chiusa. Il riaccendersi dei focolai venerdì mattina e la partenza dell’incendio alla Rasa sono stati segnali inquietanti e, nell’evoluzione successiva, sono state in pericolo anche alcune abitazioni e l’Osservatorio. La situazione è diventata di colpo più critica e preoccupante, tanto più con il vento. Oggi tutto questo è alle spalle, ma non è andata nei migliori dei modi. Una mano non amica ha fatto sì che ci fosse una situazione di allarme e di preoccupazione.


L’aspetto positivo di questo dramma è stato l’ottima risposta che è arrivata dal coordinamento antincendio e protezione boschiva che ha lavorato insieme ai vigili del fuoco. La macchina operativa della Regione, con le colonne provenienti dal Parco del Ticino, ha dimostrato grande efficienza organizzativa. La Regione ha messo a disposizione dei volontari, che sono persone del territorio, modalità, competenze e attrezzature. Ringrazio tutti.


L’intervento aereo è stato risolutivo insieme agli uomini a terra. Mercoledì c’erano 170 persone a domare l’incendio. Bresciani, bergamaschi, pavesi. Si sentiva una mescolanza di parlate. È stata una giornata ricca e folcloristica come modalità di gestione. La risposta è stata molto ben gestita dai due Dos (direttori operazioni spegnimento). Le nostre squadre operano in Lombardia, ma all’occorrenza vanno in Liguria, Sicilia e Sardegna per dare manforte. Queste risorse sono un autentico fiore all’occhiello della Regione.

Sono in corso le indagini, gli inquirenti stanno lavorando sul campo. Si pensa che il fuoco sia stato appiccato nelle giornate di mercoledì e venerdì. Venerdì e sabato la progressione delle fiamme potrebbe essere stata in parte indotta, anche nella parte alta del territorio. È in corso in queste ore anche una mappatura per capire in quali punti le fiamme non si sarebbero propagate naturalmente, ma con una induzione da parte dell’uomo. Speriamo che vengano raccolti tutti gli elementi che servono per fare luce sull’accaduto. Per far venire a galla la verità.


I Canadair costano 12 mila euro all’ora, lo ha dichiarato l’assessore Simona Bordonali. Oltre a un patrimonio notevole, sono andate in fumo ingenti risorse economiche legate all’intervento dei mezzi antincendio. Noi, nella prevenzione antincendio, abbiamo investito 190 mila euro negli ultimi 10 anni, con una media di 18-20 mila euro all’anno; risorse messe dal Parco attraverso la Regione per le squadre di antincendio boschivo, per opere di prevenzione, acquisto di mezzi, attrezzature per la sede di protezione civile di Varese. Il primo avvistamento dell’incendio è stato fatto alla Schiranna. Erano arrivate segnalazioni telefoniche, ma è attraverso le telecamere della protezione civile che sono state viste immediatamente le colonne di fumo alzarsi. Da lì è partita la risposta per fronteggiare l’evento.


Bonifica e messa in sicurezza saranno fatte tempestivamente. Poi interverremo dove è passato il fuoco per affrontare criticità di tipo idrogeologico. Avevamo già un progetto di intervento sul sentiero uno per rimuovere il materiale che, con le bombe d’acqua, viene portato a valle. Abbiamo partecipato a un bando e stavamo aspettando un finanziamento per eliminare gli alberi morti. Adesso dovremmo rivedere quel progetto. Speriamo che piova, e che lo faccia in maniera ragionevole.


Avere più fondi ci consentirà di effettuare interventi di maggiore qualità. Più risorse, per esempio, permetteranno di attrezzare meglio le squadre antincendio boschivo. I fondi che metteranno i privati sono importanti, ma sono convinto che anche la Regione farà la sua parte. Il presidente Maroni ce lo ha confermato

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