"Fermate i tuffi nel TicinoChi lo fa rischia la vita"

SESTO CALENDE Tuffi proibiti dal ponte della ferrovia di Sesto Calende. Un volo di diversi metri prima di infrangersi nelle acque del Ticino. Così tanti temerari continuano a scambiare i piloni di sostegno e la passerella del ponte, che segna il passaggio dalla Lombardia al Piemonte, per il trampolino olimpico di qualche gara di tuffi. Peccato poi che le acque del fiume nascondano insidie e pericoli tali da mettere a rischio l’incolumità dei tuffatori. Un rito che ormai si ripete con regolarità da alcuni anni senza che nessuno abbia finora preso seri provvedimenti per ostacolarli. «Lo segnaliamo ormai da quattro anni – dice il responsabile della squadra sommozzatori della Protezione civile di Sumirago, Francesco Cosentino – ma purtroppo questa cattiva abitudine continua a ripresentarsi a ogni estate. Devono essere incrementati i controlli da parte delle forze dell’ordine per arginare questo fenomeno».

Il rappresentante della Prociv di Sumirago è stato negli anni, e lo è tuttora, anche il coordinatore dell’operazione “acque sicure”: ogni anno le acque del fiume Ticino sono tenute sotto stretta vigilanza e così agli occhi dei volontari non potevano sfuggire le acrobazie in volo dei tuffatori. «Purtroppo – spiega Cosentino – si tratta di azioni pericolosissime. I meno intraprendenti si lanciano dai piloni ma mi è capitato di vedere persino chi si tuffa dal ponte vero e proprio.

L’altezza è molto elevata e il rischio di farsi male è concreto». L’incolumità dei temerari non è messa a dura prova solo dall’altezza del tuffo, ma anche da altri fattori: «Purtroppo il Ticino è zona di transito per numerose imbarcazioni. Chi si tuffa non è per nulla visibile agli occhi di chi guida le barche che passano sul fiume. In più di una circostanza – continua – siamo intervenuti perché qualcuno si è trovato in difficoltà non riuscendo più a raggiungere la sponda a nuoto. Finora è sempre andata bene ma è meglio non sfidare troppo la buona sorte».

Il servizio di controllo della Prociv però rischia però di subire dei tagli. «Quest’anno purtroppo dovremo organizzarci in altro modo, qualcosa sicuramente faremo ma avremo qualche difficoltà a organizzare il servizio che da tempo assicuriamo sul Ticino nella zona di Sesto. L’appello è di usare la testa e non rischiare la vita gettandosi dal ponte, perché è molto pericoloso. L’aspetto più inquietante è che in alcuni casi ci sono addirittura parenti e amici ad assistere ai tuffi. Applaudono senza rendersi conto dei pericoli». Nella maggior parte dei casi i temerari raggiungono il ponte attraverso la passerella che lo congiunge al parco. La ritualità dei tuffi si ripete in particolare durante il week end. Un rito che però potrebbe finire in tragedia.

b.melazzini

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