Bruxelles, 24 giu. (Apcom) – La Commisione Ue ha deferito l’Italia in Corte europea di giustizia, insieme ad altri 12 Stati membri, per non aver ancora applicato correttamente o integralmente la legislazione comunitaria di base per la liberalizzazione dei servizi ferroviari (il cosiddetto ‘primo pacchetto ferroviario’).
L’Esecutivo comunitario considera che nei paesi deferiti alla Corte non è sufficientemente garantita l’indipendenza dell’organismo di gestione della rete ferroviaria (questo è il rilievo che viene mosso, in particolare, all’Italia) oppure non sono attuate in modo adeguato le disposizioni sulla tarifficazione dell’accesso alla rete, o ancora non è stato creato un organismo regolatore indipendente.
La Commission aveva aperto delle procedure d’infrazione contro 24 Stati membri nel giugno 2008. Dopo che alcuni paesi si sono messi in regola, la procedura è continuata con l’invio di un ‘avviso motivato’ a 21 Stati membri, nell’ottobre del 2009, e oggi con la decisione di adire la Corte di giustizia per 13 di essi, tra cui l’Italia, mentre continuano i contatti di Bruxelles con i paesi restanti, per decidere se le misure che stanno prendendo sono sufficienti.
Le disposizioni del ‘primo pacchetto ferroviario’ avrebbero dovuto essere trasposte nalla normativa degli Stati membri entro il 15 marzo 2003. Il pacchetto prevedeva l’apertura del mercato alla concorrenza attraverso norme che garantissero l’indipendenza del gestore dell’infrastruttura ferroviaria (i binari) rispetto alle società ferroviarie (i treni), una tarifficazione non discriminatoria per l’accesso alla rete e la creazione di un regolatore nazionale indipendente.
In Italia, l’organismo di gestione della rete ferroviaria è
la Rfi (Rete ferroviaria italiana), che è controllata dalle Ferrovie dello Stato.
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