Madrid, 15 lug. (Ap-Apcom) – Se vuole recuperare “la dignità e l’integrità” di un tempo la Federazione Internazionale dell’Automobile deve evitare di consegnare il timone del palazzo di Parigi a Jean Todt, il successore ideale indicato dal presidente uscente Max Mosley. E’ il parere di Ari Vatanen, 57enne ex campione del mondo di rally e, al momento, unico candidato certo alla carica che Mosley occupa dal 1993. “Loro sono molto amici e hanno lavorato gomito a gomito quando Jean era alla Ferrari (come capo della scuderia; ndr) e Max alla Fia. Ma tutto questo potrebbe tradursi in un handicap”, ha affermato Vatanen in un’intervista ad Associated Press: “Serve una nuova stella, c’è bisogno di una persona indipendente che rappresenti il cambiamento”, ha aggiunto il quattro volte vincitore della Parigi-Dakar.
All’orizzonte si profila una sfida tra due vecchie conoscenze, visto che negli anni ’80, quando Vatanen correva per la Peugeot, il francese Todt era un dirigente del team transalpino. “Il fatto che lui abbia l’appoggio della Fia rischia di distorcere la situazione – ha aggiunto Vatanen – ma io non sono preoccupato. Quando il vento inizia a girare, gira”. Negli ultimi mesi la Fia è entrata in rotta di collisione con le otto scuderie ribelli della Formula 1,
guidate dalla Ferrari nella lotta contro le novità regolamentari proposte da Mosley (su tutte la riduzione delle spese dei team e il motore unico griffato Cosworth). Lo scontro ha portato le scuderie rivoltose a minacciare l’esodo dalla Formula 1 e la creazione di un nuovo campionato indipendente. Pur ritenendosi amico di Mosley, Vatanen è convinto che il termine del quarto mandato debba significare l’uscita di scena del 69enne presidente inglese: “Siamo tutti esposti al rischio di pensare che il mondo giri attorno a noi. Qualsiasi leader al mondo sovrastima le proprie possibilità se si trova troppo a lungo al potere. E si rischia anche di vedere come una minaccia chiunque muova una critica”, ha spiegato Vatanen.
L’ex asso del rally ha poi confermato di voler correre alla presidenza della Fia conducendo una campagna pulita, senza sgambetti e nel nome della riconciliazione. “Ho cercato di essere costruttivo, senza lanciare fango. Ora bisogna guardare avanti – ha spiegato il finlandese – perché al mondo abbiamo offerto davvero un’immagine triste di noi. La Fia deve semplicemente recuperare dignità e integrità. Ci serve un nuovo inizio”.
Vatanen ha quindi commentato la vicenda scaturita lo scorso anno dalla pubblicazione, da parte della stampa inglese, di alcune foto in cui Mosley prendeva parte alla famigerata nazi-orgia con cinque prostitute. Il presidente della Fia superò quella prima bufera conservando la carica di leader della federazione con un voto di fiducia. “Io mi sarei dimesso”, ha sentenziato Vatanen, “quando sei al comando della federazione la federazione non appartiene a te, sei tu a doverla servire. Io non ripongo speranze nel potere. Potrà anche sembrare pretenzioso, lo faccio davvero per un principio nobile. La Fia è come una casa. Quando sei dentro credi che tutto vada bene, ma se qualcuno viene da fuori ci si accorge che bisogna spalancare le finestre. La gente aspetta questo”.
Grd-Caw
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