Washington, 7 giu. (Ap) – Tornano all’attacco, i tre fondi dell’Indiana che si sono opposti fin dall’inizio all’alleanza tra Fiat e Chrysler. I loro legali hanno depositato presso la Corte Suprema la documentazione relativa alla vendita della casa automobilistica americana al gruppo di Torino, cercando di rallentare il completamento dell’accordo per portare avanti il ricorso all’alta corte.
Venerdì la corte di appello di New York aveva confermato il parere positivo del tribunale fallimentare alla vendita di asset di Chrysler al Lingotto, rigettando di fatto un primo ricorso che era stato presentato dagli stessi fondi pensione. Questi ultimi chiedevano alla corte d’appello di stabilire se il tribunale fallimentare abbia sbagliato nel fidarsi dell’analisi di Capstone sulla liquidazione di Chrysler e se la vendita a Fiat non sia illegale e violi il codice della bancarotta.
Il Lingotto aveva comunicato alla corte d’appello che nessun altro tipo di accordo potrebbe salvare Chrysler. Il giudice della corte di appello di New York aveva deciso di congelare la vendita effettiva di Chrysler a Fiat fino alle ore 16 di domani, lunedì 8 giugno (le 22 in Italia), proprio per permettere ai fondi di presentare un ulteriore appello alla Corte Suprema. Il ricorso dovrà essere esaminato innanzi tutto dal giudice Ruth Bader Ginsburg, che gestisce questi dossier da New York. Il magistrato ha la facoltà di agire da sola o fare riferimento all’intera corte.
Spr
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