Berlino, 29 mag. (Apcom) – Il destino di Opel resta incerto anche dopo un vertice-fiume a Berlino proseguito fino a oltre le 4 di ieri mattina. Le trattative si sono infatti arenate sulla richiesta di 300 milioni messa in campo a sorpresa da General Motors, casa-madre di Opel. I partecipanti alla riunione di mercoledì notte tornano a vedersi oggi a Berlino per un nuovo vertice. La pressione è elevata: il governo tedesco vuole infatti giungere a una soluzione prima che per Gm si apra la procedura di insolvenza.
Sia i 300 milioni di euro chiesti da Gm, sia la posizione negoziale dell’amministrazione Usa – che ha spedito a Berlino un rappresentante non autorizzato a prendere decisioni – hanno provocato dure reazioni nel governo tedesco e tra i Laender con stabilimenti Opel. “Quello che gli americani stanno facendo è inaccettabile; ignorano la situazione in Europa e provano a imporre la loro agenda”, ha spiegato Roland Koch, governatore dell’Assia (il Land in cui ha sede Opel). Il comportamento degli americani ha fatto sì che la situazione si sia rivelata “a tratti assurda”, ha spiegato il ministro dell’Economia, karl-Theodor zu Guttenberg.
Il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, si è detto “irritato” per il fatto che la richiesta di Gm sia “stata resa nota proprio alla vigilia della riunione e non prima”. Si tratta, ha aggiunto Steinmeier, di qualcosa “che si sarebbe potuto sapere e che si sarebbe dovuto dire prima”. La comunicazione tra l’Europa e gli Usa non è sufficientemente buona”, ha aggiunto. Steinmeier ha parlato al telefono col Segretario di Stato Usa Hillary Clinton, la quale gli ha assicurato che si impegnerà presso il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, per ottenere il massimo appoggio possibile da parte degli statunitensi nella vicenda Opel.
Duro anche il responsabile del consiglio di fabbrica di Opel, Klaus Franz. Gm deve sapere che “l’Europa non è un casinò per giocatori d’azzardo”, ha detto Franz. Il governo tedesco “non si è fatto giustamente ricattare”.
Nel frattempo prosegue la partita sul futuro proprietario di Opel, ridotta, dopo l’esclusione di Ripplewood, a due concorrenti: Fiat e Magna. Per zu Guttenberg hanno le stesse chance, anche se entro oggi devono rivedere le loro offerte. La Frankfurter Allgemeine Zeitung scrive invece che nel vertice di mercoledì notte Magna è apparsa in vantaggio. Per il commissario europeo per gli Affari economici, Guenther Verheugen, per ora nel dossier Opel non ci sono investitori, ma solo “parti interessate”. Nel corso della conferenza stampa al termine del consiglio Competitività, Verheugen ha spiegato: “Finora non ho visto nessuno che sia realmente disposto ad investire e a rischiare”.
Nel frattempo il fondatore del gruppo austro-canadese, Frank Stronach, ha lanciato un doppio segnale a Berlino: Magna sarebbe disposta ad anticipare i 300 milioni chiesti da Gm (a patto che il governo tedesco offra delle garanzie) e ha inoltre “migliorato di molto la quota di capitale proprio”, ha spiegato Stronach.
Su Opel c’è anche da registrare un botta e risposta tra la Germania e la Ue, dopo la decisione di Bruxelles di convocare una riunione sul futuro dell’azienda tedesca. Si tratta di un “invito affrettato”, ha commentato il sottosegretario al ministero tedesco dell’Economia Peter Hintze.
La Commissione deve assicurare che “venga evitato il nazionalismo economico”, ha ribattuto Verheugen.
Aal
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