Berlino, 9 mag. (Apcom) – Anche dopo la seconda visita in
Germania di Sergio Marchionne in meno di sette giorni i politici
e i sindacati tedeschi restano scettici su un possibile ingresso
di Fiat nel capitale azionario di Opel. Ad esprimere i maggiori
dubbi è stato il governatore della Renania-Palatinato, Kurt Beck,
che ha incontrato Marchionne a Magonza subito dopo un faccia a
faccia tra l’ad del Lingotto e il governatore dell’Assia Roland
Koch svoltosi in mattinata a Francoforte.
“I punti interrogativi
sul progetto” di Fiat per Opel “sono diventati ancora più grandi
dopo il nostro colloquio”, ha commentato Beck. A suscitare le
maggiori preoccupazioni, ha spiegato, è il fatto che il piano del
Lingotto non prevede nessuna produzione di motori in Germania e
punta a concentrare piuttosto la costruzione dei motori in un
solo sito. Un dettaglio, ha aggiunto Beck, che mette di fatto a
rischio lo stabilimento Opel di Kaiserslautern (in
Renania-Palatinato), specializzato proprio nella produzione di
motori. E’ necessario invece mantenere tutti i quattro gli
stabilimenti Opel in Germania, ha ribadito.
Il progetto presentato da Marchionne è chiaro, ha sintetizzato
l’ex leader nazionale della Spd, ma “dopo il nostro colloquio
abbiamo ancora più dubbi di prima che corrisponda anche agli
interessi tedeschi”.
Toni meno rigidi, invece, quelli scelti da Roland Koch,
governatore dell’Assia (il Land in cui si trova il quartier
generale di Opel). Koch ha salutato con favore l’interesse di
Fiat per l’acquisizione di Opel. Subito dopo ha comunque messo in
chiaro tre criteri per la scelta del futuro partner di Opel.
“Decisivi – ha spiegato al termine del suo incontro con
Marchionne – saranno la solidità futura dell’azienda, il
mantenimento di quanti più posti di lavoro possibili e il minor
aggravio possibile sulle casse pubbliche”.
Koch ha poi invitato Fiat a depositare un’offerta per Opel, ma ha
anche criticato il fatto che finora l’azienda torinese non ha
preso visione dei dati relativi alla situazione di Opel,
depositati dalla società presso Commerzbank. Il Lingotto si è
basato fino a questo momento soltanto sulle informazioni
provenienti dagli Usa (dove ha sede General Motors, attuale
proprietaria di Opel) e “ciò deve cambiare, altrimenti non
possiamo valutare, comparandole tra di loro, le richieste di
accesso alle garanzie pubbliche”, ha detto Koch.
Il governatore ha poi ribadito che una decisione di massima sul
futuro di Opel dovrebbe essere presa entro maggio.
Dal canto suo Marchionne si è detto piuttosto soddisfatto
dell’andamento dei colloqui avuti in Germania. Comunque, ha
precisato al termine dell’incontro con Beck, “c’è ancora molto da
fare”. L’ad del Lingotto ha poi precisato di non riconoscere in
nessuno dei piani su Opel circolati sulla stampa il progetto di
Fiat.
Oggi il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung scriveva che in
base al piano del Lingotto dovrebbero essere chiusi vari
stabilimenti in Europa, tra cui quelli di S. Giorgio Canavese e
Termini Imerese; forti tagli sarebbero invece previsti a
Pomigliano.
Intanto, secondo quanto scrive la Rheinische Post, il fornitore
austro-canadese Magna vuole trasformare Opel in una casa
automobilistica leader nel mondo, con una produzione annua
massima di cinque milioni di veicoli. Magna intende rilevare una
quota del 19,9% della nuova Opel; al costruttore automobilistico
russo Gaz e alla banca russa Sberbank dovrebbe andare il 30,1%,
mentre a General Motors (attuale casa-madre di Opel) dovrebbe
restare una partecipazione fino al 40%. I concessionari di Opel
dovrebbero rilevare il resto.
Ai vertici della nuova società dovrebbero restare gli stessi
manager della divisione europea di Gm, tra cui anche il
presidente di Gm Europe, Carl-Peter Forster.
Magna, rivela la Rheinische Post, intende conservare
completamente i quattro stabilimenti di Opel in Germania e
mantenere il quartier generale a Ruesselsheim (in Assia).
Il piano, denominato “Beam”, dovrebbe essere presentato al
governo tedesco il 20 maggio.
Aal
MAZ
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