Ha ragione Renzi. La proposta governativa di riforma della Costituzione «ha una sua forza straordinaria». La forza della verità.
Dopo anni di ipocrisie, di bugie e di tatticismi, lo Stato fa chiarezza: il federalismo merita l’eutanasia prima di essere nato. Torniamo allo Statuto, come suggerì più di un secolo fa un altro eminente toscano, Sidney Sonnino.
Il Parlamento è il luogo della corruzione e dell’inconcludenza: è meglio che il Governo risponda solo al Sovrano. A garantire l’ordine provvederanno i prefetti, che assumeranno il controllo delle Regioni e dei Comuni, come dispone il provvedimento firmato dal sottosegretario all’Interno Bocci. Ha capito nulla chi raccoglie le firme per abolire le prefetture, nel segno di quell’italiano atipico che fu Luigi Einaudi. Il menu dei turbocuochi che stanno cucinando la Terza Repubblica prevede un monopiatto: lo Stato centrale.
L’eterno ritorno dell’uguale. Scompare un ente inutile, il Cnel, ma ne sopravvivono quattro che diventano superflui: il Senato, detto delle Autonomie – dovrebbe rappresentare Regioni, Province e Comuni – e arricchito per nomina regia di 21 cittadini “che hanno illustrato la Patria”; le Regioni; le Province, ribattezzate «enti territoriali di area vasta» e affiancate da ben dieci Città metropolitane; i Comuni.
Quanto autonome sono queste Autonomie? La riforma parla chiaro: «Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire» su tutte le materie e le funzioni di competenza delle medesime Autonomie. L’esame parlamentare potrà solo migliorare la proposta del Governo. Tra gli emendamenti più efficaci, in ordine sparso:
1. Abolire le Regioni, che sono pericolose per la concordia nazionale, perché la loro esistenza potrebbe far comprendere ai cittadini che la Lombardia regala ogni anno alle casse dello Stato 70 miliardi di euro (7.198 euro per abitante), mentre alla Sicilia ne vengono regalati 9,3, alla Campania 6 e alla Calabria 5,6 (media anni 2007-2009, Unioncamere del Veneto su dati del Ministero dello Sviluppo Economico).
1b. Abolire Province e Comuni, per snellire il Senato che sarà composto solo dai 21 illustratori della Patria scelti dal Presidente della Repubblica.
2. Trasformare i sindaci in podestà di nomina quirinalizia, con l’unico compito di raccogliere le imposte per conto dello Stato.
3. Fornire ai senatori – che non riceveranno più compensi (saranno messi a dieta anche gli attuali senatori a vita, che entrano di diritto nel nuovo Senato?) – un congruo numero di carri di Tespi, per girovagare in quei territori dei quali un tempo si consideravano rappresentanti.
4. Stabilire che Fiumicino è l’unico aeroporto d’Italia e riconvertire Malpensa a Parco Archeologico delle Civiltà settentrionali.
5. Rendere vitalizia la carica del Presidente della Repubblica, a cui va dato il potere di designare il proprio successore.
6. Consentire alla sola Camera dei Deputati di nominare i giudici della Corte costituzionale, che avranno l’obbligo di dichiarare conformi alla Costituzione tutte le leggi di iniziativa governativa.
7. Assicurare la governabilità, garantendo al partito di maggioranza relativa il premio del 60% dei seggi alla Camera.
8. Garantire l’unità politica, economica e civile del Paese, affidando ai prefetti il compito di uniformare i diversi territori agli standard della Regione Calabria.
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