Finanza, il grido di Modiano Attenzione a credersi Dei

CASTELLANZA «Pensavamo di essere i padroni dell’universo, ma abbiamo peccato di umiltà. Abbiamo giocato ad essere Dei e gli Dei ci hanno punito». Pietro Modiano è stato direttore dell’ufficio studi di Credito Italiano e poi vice direttore generale di Unicredit e direttore generale di Intesa Sanpaolo. Ieri era alla Liuc per un workshop organizzato dal Centro di Ricerche sulla Complessità. Una lezione di altissimo livello in cui Modiano ha ripercorso in maniera molto autocritica il periodo passato al comando di Unicredit e Intesa.

«Abbiamo venduto un sacco di derivati a moltissime imprese. Sono stato io. Pensavamo che fossero uno strumento che proteggesse dal rischio della fluttuazione dei tassi. Poi però i tassi sono scesi al posto di salire e le imprese hanno perso tantissimi soldi». Si credeva nel modello di efficienza, poi «un portoricano che non aveva i soldi per rimborsare il suo mutuo negli Stati Uniti ha fatto crollare tutto il sistema». Modiano ha vissuto due vite: prima uomo di scienza poi comandante che deve prendere le decisioni. Ora è direttore di Nomisma, società di ricerca economica e sociale. Ha capito molto dai suoi errori. «Credevamo che l’incertezza non esistesse più: eravamo riusciti a darle un prezzo. La realtà è che la perfezione non si raggiunge mai e, alla fine, è la complessità a vincere».  Il dubbio, però, è che le nuove leve non abbiano imparato la lezione. «Non credo che chi si trova oggi sul ponte di comando della finanza abbia questa consapevolezza».
Tiziano Scolari

m.lualdi

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