Si chiude definitivamente il sipario sulla produzione di moto Husqvarna nello stabilimento di Cassinetta a Biandronno. Nei giorni scorsi sono stati completati gli ultimi modelli in ordine, ma dalla prossima settimana, tutti i lavoratori delle linee produttive saranno a casa in cassa integrazione. Al lavoro resterà circa una cinquantina di dipendenti tra magazzino, uffici e logistica. Al momento, sono 9 i lavoratori dell’Husqvarna che hanno scelto la mobilità volontaria incentivata, come previsto dall’accordo firmato tra azienda e sindacati. Ieri pomeriggio in fabbrica si è svolta un’assemblea dei lavoratori cui ha partecipato qualche decina di dipendenti. Rabbia mista a rassegnazione è il sentimento che prevale tra i lavoratori.
Su Facebook sono state pubblicate delle foto, realizzate dagli stessi dipendenti del reparto produttivo, per l’ultima foto di gruppo in occasione del montaggio dell’ultimo modello di moto nato a Cassinetta, prima del trasferimento in Austria delle linee. «Gente che oggi non ha nascosto le sue lacrime e la rabbia abbandonando il capitolo più importante della propria vita – scrive Davide sulla pagine Facebook “This is Husqvarna”, creata dai dipendenti – gente che non potrà più addormentarsi alla sera guardando gli occhi della sua metà con serenità;
gente che si alzerà al mattino obbligata a negare un giocattolo al figlio dovendo pagare la bolletta dell’acqua». Su un totale di 240 dipendenti, ormai tre quarti sono a casa in cassa integrazione. «Gente che rinuncia ad un futuro – prosegue il lavoratore – gente che piano piano lo perderà e gente che lo ha già perso; le lacrime di 200 persone valgono meno di un grammo della rispettabilità di chi ci ha chiuso i cancelli». Il risentimento nei confronti dell’azienda per l’atteggiamento sin qui tenuto è molto forte. «Grazie a chi non ha saputo fare altro che riempirsi il portafogli calpestandoci; this was Husqvarna» conclude con amarezza Davide. A peggiorare il clima ci ha pensato l’intervista rilasciata da Stefan Pierer alla rivista tedesca “Motorrad” e ripresa dal nostro giornale. «I lavoratori sono molto arrabbiati perché Pierer dice che per lui tutto è a posto – afferma Flavio Cervellino (Fim Cisl) – non è così perché il tema della reindustrializzazione del sito è fondamentale; bisogna portare lavoro a Cassinetta». Tutti i rappresentanti sindacali sono già a casa in cassa integrazione.
«All’assemblea di ieri diverse assenze erano dovuto al fatto che l’azienda non ha avvertito tutti i lavoratori; non era obbligata a farlo perché era un’assemblea non retribuita ma insomma…» osserva Elvira Ratti, ex rsu. Ieri in assemblea si è iniziato a discutere su quali possibili manifestazioni di protesta mettere in campo; azioni che richiedono ovviamente la partecipazione di un buon numero di lavoratori. Una delle ipotesi in campo è quella di manifestare a Milano, in occasione della Fiera del Ciclo e Motociclo in programma dal 5 al 10 novembre. «L’atteggiamento e le dichiarazioni di Pierer meritano una risposta forte che non si limiti alle sole dichiarazioni di condanna» afferma Nino Cartosio (Fiom Cgil). Un’ulteriore assemblea dei lavoratori è stata convocata per lunedì 4 novembre.
Biandronno
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