ROMA – Alessia Piperno è libera. Per la trentenne romana si tratta della fine di un incubo iniziato lo scorso 28 settembre, quando, nel giorno del suo compleanno, è stata arrestata a Teheran e poi detenuta nel famigerato carcere di Evin a nord della capitale iraniana, tristemente noto perché usato per rinchiudere prigionieri politici e oppositori.
La notizia del rilascio della ragazza arriva all’indomani di un colloquio telefonico, di cui hanno dato notizia i media iraniani, tra il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ed il suo omologo di Teheran, Hossein Amir-Abdollahian. Oltre a parlare di temi di attualità, dal nucleare all’Ucraina, quest’ultimo – stando a una nota dell’ambasciata iraniana a Roma – ha espresso “la speranza che le relazioni politiche, economiche e culturali tra i due Paesi si amplino sempre più”.
Momenti di paura erano stati vissuti in Italia quando, il 15 ottobre, si era diffusa la notizia di gravi incidenti nel carcere di Evin. I video di un incendio nella prigione avevano fatto temere per le sorti dell’italiana, ma le autorità iraniane avevano subito precisato che tutti gli stranieri detenuti non erano stati coinvolti e stavano bene. Notizia che era poi stata confermata anche da fonti della Farnesina.
Del caso Piperno, su cui ovviamente era stata chiesta riservatezza, avevano parlato una settimana dopo il suo arresto Amir-Abdollahian e l’allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Il 23 ottobre il nuovo titolare della Farnesina, Antonio Tajani, aveva sentito il padre della giovane, Alberto, e gli aveva assicurato “massimo impegno” per il suo rilascio. La liberazione di Alessia Piperno “è in cima al lavoro di questi giorni, siamo tutti impegnati quotidianamente”, aveva ribadito Tajani in un’intervista rilasciata a fine ottobre.