Certi tritatutto-criticatutto della tribuna non sono riusciti a far perdere il Varese. Certa gente meriterebbe la serie C e forse, avanti di questo passo, l’avrà. Il Varese è tra le squadre più giovani e affascinanti (ma anche pericolose): non dice salvezza pensando ai playoff; dice salvezza perché è quello l’obiettivo, possibilmente non all’ultima giornata ma a noi senza puzza sotto il naso va benissimo anche ai playout, e l’otterrà solo (1) restando attaccato con la bava della bocca a ogni maledetto punticino,
pensando in tremila a soffrire-sudare-ansimare (se s’apre anche una minuscola crepa nell’ambiente, come accadde al Novara, alla Reggina, al Padova, ciao peppa). E poi (3) difendendo il fortino di Masnago (se qui non perdi mai, ce la fai), sperando che il pubblico ci metta qualcosa in più (4), e non in meno. Esempio: se Corti imposta e fa il regista, magari sbagliando qualche passaggio, giù il cappello e cara grazia che c’è Corti che contagia tutti della sua anima, della sua corsa, del suo sacrificio mentre parte della tribuna invoca un giocatore (Capezzi) che nemmeno ha mai visto giocare e che comunque avrà presto la sua opportunità.
Buon punto alla faccia di fischi e mugugni sfigati, irrealistici, demenziali. Oggi ci aspettiamo che un dirigente qualunque dica: la gente che non ama il Varese stia a casa o salga sul cipresso dei Giardini, almeno fa una cosa buona e giusta nella vita. Questo dirigente qualunque difenda Scapinello che una parte, per fortuna piccola, del “popolo bue” ha fischiato al primo passaggio sbagliato. Sono pochi ignoranti perché ignorano che è varesino, che ha 18 anni, che vive di sogni e non di soldi solo per il Varese da quando è nato, che sostituiva Zecchin (come se Pirlo fosse rimpiazzato all’improvviso da Capezzi in nazionale), che è al secondo spezzone di vita in B, che ama questa maglia più di tutti noi e voi messi assieme, e l’amore alla lunga fa miracoli.
Contro Spezia e Lanciano, che hanno speso 10 o 20 volte tanto, che sono più forti (la volete guardare in faccia la realtà o avete le menti ottenebrate da sgangherati sogni di gloria?) e più vecchie (le volete guardare le distinte, i nomi e gli anni dei giocatori invece di metterle sui seggiolini della tribuna sotto il vostro popò?), e che erano al completo, il Varese ha conquistato 4 punti su 6. L’ha fatto grazie ai senatori, all’unione d’un gruppo dove ognuno muore per il compagno vicino o lontano, e a Bettinelli. Che ha straordinariamente coperto evidentissime lacune d’esperienza e qualità (aspettiamo San Rivas, Miracoli, Forte, Zecco) o scelte di mercato deboli o su cui fare mea culpa (i terzini).
Poca qualità, tanto sudore, umiltà, cuore. Ditelo anche voi al vostro vicino di stadio perché noi non bastiamo. E anche perché l’allenatore ha la bocca cucita e non può parlare, una vera sciagura visto che il Betti “è” la voce del gruppo.
Infine le cose belle: la squadra va sotto al 4’ ma recupera, reagisce e rischia di vincere (traversa): ve ne siete accorti tutti? Il nuovo coro della curva: “E segna Neto Pereira, e segna Neto Pereira, el segna sempre lu”. Bravi, ragazzi.
andrea confalonieri
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