Fmi/ Dialogo tra sordi tra Paesi membri mentre crisi si aggrava

Washington, 24 set. (TMNews) – La crisi dei mercati che rischia di far ripiombare il mondo in recessione si sta accentuando, ma a Washington, dove sono in corso gli incontri annuali del Fondo Monetario Internazionale, sta andando in scena un dialogo tra sordi tra i Paesi membri. Tra gli europei, che con la loro enfasi sul risanamento dei deficit assicurano di avere una strategia sulla crisi del debito, gli americani, che vorrebbero che venisse fatto di più e i brasiliani, che descrivono gli uni e gli altri come a corto di risorse, il consenso scarseggia.

Le tensioni sul debito pubblico e su quello delle banche in Europa sono attualmente i rischi più seri con i quali si confronta l’economia mondiale”, ha detto senza mezzi termini il segretario al Tesoro statunitense Timothy Geithner intervenendo al Comitato Monetario e Finanziario Internazionale, l’organismo che determina le scelte politiche strategiche del Fondo Monetario Internazionale.

Toni ai quali non ha fatto riscontro il discorso scritto consegnato a nome dell’Unione europea dal Commissario agli affari economici Olli Rehn, che ha sfumato il quadro: “Le prospettive attuali – ha detto – sonon incerte a causa delle persistenti inquietudini sui rischi del debito pubblico, del rallentamento economico segnato dagli Stati Uniti, e del brutale incremento dell’avversione al rischio e della volatilità sui mercati internazionali”. Rehn ha detto di considerare “deplorevoli” le conseguenze dell’aggravamento della crisi in Grecia mentre sul versante dei due altri Paesi sostenuti dai prestiti del Fondo Monetario e dei loro partner europei, l’Irlanda e il Portogallo, giungono secondo il commissario europeo dei “segnali positivi”.

Un’opinione decisamente diversa da quella degli Stati Uniti, secondo i quali l’incendio si estenderà ben oltre tali confini con e che sollecitano la zona euro a “trovare una soluzione definitiva ai problemi della regione”. Delle “misure aggiuntive che possano aumentare la capacità effettiva di tali impegni sono necessarie – ha detto Geithner – per creare un argine contro un contagio più grave. Il segretario al Tesoro Usa usa toni severi sottolineando che in assenza d’interventi “la minaccia d’insolvenze a cascata, di assalti speculativi alle banche e di rischi di catastrofi rischia di minare tutti gli altri sforzi in atto in Europa e a livello mondiale”.

Se le posizioni sono diverse la mediazione più importante in atto è quella del direttore del Fmi Christine Lagarde, una europea che ispira la fiducia degli Stati Uniti, che invia appelli per trovare un terreno comune. “La mia speranza – ha detto – è che in occasione di questa assemblea annuale noi non risolviamo necessariamente tutti i problemi, perchè non possiamo decidere tutto, ma che ci mettiamo insieme efficacemente per stilare una diagnosi comune”.

Anche l’Ocse, l’organizzazione parigina che raggruppa i Paesi più ricchi, propende più verso la visione pessimista americana. Il suo segretario generale Angel Gurria auspica la creazione di “importanti risorse aggiuntive e di meccanismi più credibili “per evitare il contagio e fare sì che le difficoltà di bilancio di alcuni Paesi non minino la stabilità di di tutta la zona”.

Dal canto suo il Brasile auspica che la zona euro si renda conto del suo “ruolo cruciale”. Il ministro delle Finanze Guido Mantega ritiene che il programma del Fondo si sia arenato. E lascia intendere di dare poche possibilità di successo a una proposta Usa che prevede una maggiore capacità d’intervento da parte della Banca Centrale europea. “Delle politiche monetarie ostinatamente generose nei Paesi che emettono monete di riserva – ha detto – hanno fatto poco per sostenere la loro ripresa economica”. (Con fonte Afp)

BOL

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