Washington, 17 apr. (TMNews) – Ancora una volta la Grecia si è ritrovata a dover respingere ipotesi di stampa su una riscadenziazione dei pagamenti sui suoi titoli di Stato. Ad avanzarle è stato il Wall Sreet Journal, citando fonti del Fondo monetario internazionale proprio mentre a Washington si svolgevano le assemblee di primavera con la Banca Mondiale. La smentita è giunta dal ministro delle Finanze greco, George Papaconstantinou, che ha affermato come l’ipotesi di una ristrutturazione del debito non sia nemmeno da prendere presa in considerazione.
Ma dichiarazioni in tal senso negli ultimi giorni si sono moltiplicate anche da varie autorità europee, dalla Commissione così come dalla Bce. Si teme che uno scenario simile avrebbe effetti molto negativi sulla fiducia nei confronti della Grecia, aggravando ulteriormente la sua posizione, e rendendo quasi inutili gli sforzi già fatti in questi mesi con i sostegni finanziari al paese.
L’episodio di Washington ha richiamato l’attenzione alle continue pressioni che si registrano sui paesi periferici dell’area euro in affanno sui conti pubblici, oltre alla Grecia anche Portogallo e Irlanda. Venerdì i mercati si erano chiusi con altre tensioni sui bond di questi stati, che si riflettono negli elevati rendimenti richiesti dal mercato. Nel caso dei bond greci i tassi sulla scadenza a 10 anni hanno superato il 13 per cento, facendo raggiungere al divario di rendimento (spread) la soglia psicologica di 1.000 punti base: in pratica le obbligazioni greche devono rendere dieci punti percentuali in più delle tedesche per trovare acquirenti sul mercato disposti a sopportarne il rischio.
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