Francesca Rovera eletta presidente della Scuola di medicina dell’Università dell’Insubria

Senologa e chirurga di fama, molto nota e apprezzata per il suo costante impegno per la lotta contro il tumore al seno, per la quale un anno ha ricevuto la Martinella del Broletto del Comune di Varese, è professoressa ordinaria di Chirurgia generale dal 2019. E' inoltre responsabile dal 2017 della Breast Unit Asst Sette Laghi, che è stata di recente promossa a struttura complessa 

VARESE – Francesca Rovera è stata eletta presidente della Scuola di Medicina dell’Università dell’Insubria per il triennio 2024-2027, con un consenso quasi unanime: prenderà il testimone dal professor Alberto Passi il 10 dicembre. Senologa e chirurga di fama, molto nota e apprezzata per il suo costante impegno per la lotta contro il tumore al seno, per la quale un anno ha ricevuto la Martinella del Broletto del Comune di Varese, Rovera è professoressa ordinaria di Chirurgia generale dal 2019, afferente al Dipartimento di Medicina e innovazione tecnologica, ed è anche direttrice del Centro ricerche in Senologia dell’ateneo dal 2007 e responsabile, dal 2017, della Breast Unit Asst Sette Laghi Varese, che è stata di recente promossa a struttura complessa. 

Nel nuovo ruolo di presidente della Scuola di medicina, struttura di riferimento per tutti i medici dell’ateneo, a qualunque dipartimento appartengano, Francesca Rovera intende portare avanti il lavoro dei suoi predecessori, lavorare in squadra e rafforzare i legami con il territorio, ascoltando le esigenze locali e promuovendo una medicina più empatica e vicina alle persone. Tra i suoi obiettivi: formare professionisti preparati non solo tecnicamente, ma anche umanamente, e migliorare la comunicazione medico-paziente, perché «il tempo della comunicazione è cura».

Nel suo programma, la neopresidente della Scuola ha sottolineato il ruolo fondamentale della tecnologia, come l’intelligenza artificiale, nel supportare diagnosi e cure, senza però mai sostituire il rapporto umano tra medico e paziente. E ha affrontato anche il tema attuale dell’abolizione del test di medicina: «una sfida importante per l’organizzazione didattica, ma anche un’opportunità per rendere più accessibile la formazione medica».