Francia; Asta YSL, battuti per 28 milioni di euro i bronzi cinesi

Parigi, 25 feb. (AP) – Le due ambitissime statue bronzee cinesi,
una testa di topo e una di lepre, sono state battute a Parigi per
un totale di 28 milioni di euro (che salgono a 31,4 con spese e
diritti d’asta), nonostante le pressioni di Pechino che aveva
chiesto la loro restituzione.

I pezzi, valutati tra gli 8 e i 10 milioni di euro prima
dell’asta organizzata da Christie’s al Grand Palais della
capitale francese, facevano parte della prestigiosa collezione
dello stilista Yves Saint Laurent messa all’asta dal compagno del
couturier, Pierre Bergé. Gli acquirenti hanno fatto la loro
offerta per telefono.

Lunedì la giustizia francese aveva respinto la richiesta
proveniente dall’associazione per la tutela dell’arte cinese in
Europa (Apace) di sospendere la vendita dei due pezzi.

Le teste furono trafugate dalle truppe franco-britanniche
durante la Guerra dell’Oppio nel 1860. Facevano parte di una
fontana-orologio, disegnata nel 1700 dal gesuita francese Michel
Benoist per l’imperatore Qianlong, che aveva come tema i 12
animali dell’oroscopo cinese. Nel 2000 a Hong Kong un museo di
Pechino, che si occupa di rintracciare i tesori cinesi perduti,
era riuscito a comprare a un’asta le teste di scimmia, tigre e
bue mentre la testa di maiale fu acquistata a un’asta a New York
e poi donata al museo cinese dal magnate del casinò di Hong Kong,
Stanley Ho. Delle altre sei teste – il drago, il gallo, il
serpente, la capra e il cane – non si hanno notizie,
probabilmente sono andate distrutte. Il che fa del topo e del
coniglio le ultime teste rimaste fuori dai confini cinesi.

Nel fine settimana Pierre Bergé aveva detto di essere pronto a
restituire alle autorità cinesi la testa di topo e la testa di
coniglio se la Cina fosse stata disposta ad aprirsi ai diritti
umani, a concedere la libertà al Tibet e ad accogliere il Dalai
Lama costretto alla fuga nel 1959. Pechino, che da settimane
stava trattando la restituzione con una squadra di 81 avvocati,
ha risposto parlando di “ricatto politico” e giudicando
“ridicola” la proposta di Bergé.

Chb

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