MARCHIROLO La televisione troppo alta, acol e il nervosismo dovuto agli arresti domiciliari sono stati la scintilla per far divampare la rivalità da “fratelli coltelli” tra due marocchini, immigrati regolari da tempo residenti a Marchirolo: prima parole grosse, poi le bottiglie di vetro diventano armi, e uno dei due finisce all’ospedale, l’altro in carcere.
La notte tra il 25 e il 26 gennaio, i due fratelli erano in casa, nel piccolo comune del Luinese. Il più
giovane, 29 anni, era da tempo agli arresti domiciliari a casa del fratello, 35 anni. La serata sembra tranquilla: il trentacinquenne è in camera, a letto, mentre l’altro sta guardando la tv in soggiorno. Ma il volume dell’apparecchio è alto, il fratello più anziano protesta, e il più giovane, ubriaco, non prende bene le rimostranze del padrone di casa. Gli lancia contro la bottiglia che ha tra le mani, ma il fratello la schiva. Allora il ventinovenne prende un’altra bottiglia e colpisce al volto il fratello più anziano con violenza, procurandogli ferite profonde a naso e bocca. Il ferito capisce che da solo non ce la farà a placare l’ubriaco, riesce a fatica a divincolarsi per raggiungere l’automobile, con cui arriva alla caserma dei carabinieri di Marchirolo. I militari lo soccorrono, chiamando l’ambulanza che l’accompagna all’Ospedale di Luino, e nel frattempo vanno ad arrestare il ventinovenne. Lo trovano a casa, ancora evidentemente ubriaco, e con l’aspetto di chi è appena uscito malconcio da una rissa. Non quanto il fratello trentacinquenne, a cui i medici hanno diagnosticato fratture alle ossa della faccia e del naso, un dente rotto e contusioni al volto: ne avrà per trenta giorni. Il fratello più giovane, quindi, è stato accompagnato ai Miogni, dove resterà a disposizione dell’autorità giudiziaria, il sostituto procuratore Luca Petrucci. Il ferito, invece, è tornato nella casa di Marchirolo nella quale, molto probabilmente, non entreranno mai più bottiglie di vetro.
b.melazzini
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