La Guardia di Finanza di Varese, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Malpensa, ha portato alla luce un giro di rimborsi IVA indebiti richiesti da viaggiatori in partenza per paesi extra UE. Le indagini, avviate sulla base dei dati 2024, hanno riguardato in particolare la posizione di cittadini stranieri con residenza o domicilio in Italia, requisito che invalida il diritto al rimborso previsto per i soli residenti fuori dall’Unione Europea.
I finanzieri hanno individuato 26 soggetti che, già attivi anche negli anni precedenti, hanno percepito rimborsi non spettanti per circa 140mila euro, su un totale di 750mila euro di beni acquistati. A questi si aggiungono altri 35 soggetti segnalati per l’inserimento nella “black list” del sistema Otello 2.0, il portale che regola le procedure di rimborso IVA per i viaggiatori: per loro, in futuro, ogni richiesta sarà vagliata da un funzionario doganale e non più gestita automaticamente.
Le verifiche si sono sviluppate lungo due direttrici: da un lato quella preventiva, con la richiesta di bloccare i rimborsi sospetti; dall’altro quella repressiva, con la redazione di relazioni sulle irregolarità riscontrate, inviate alle sedi territoriali dell’Agenzia delle Entrate per l’accertamento e il recupero dell’imposta.
Solo all’aeroporto di Milano Malpensa, ogni anno vengono erogati rimborsi IVA per circa 200 milioni di euro: un flusso che rende il settore particolarmente vulnerabile a frodi. Le norme prevedono che l’IVA possa essere restituita per beni destinati a uso personale acquistati in Italia da viaggiatori non UE, con valore minimo di 70 euro, e a condizione che vengano esportati entro tre mesi.
L’operazione dimostra l’impegno della Guardia di Finanza nel contrasto alle frodi fiscali, specie nei settori più a rischio di evasione dell’IVA.