ROMA – Come era prevedibile, con la caduta del governo Draghi e le elezioni anticipate, la ratifica dell’accordo italo-svizzero sulla tassazione dei lavoratori frontalieri e sui ristorni ai comuni di frontiera è a forte rischio: serve infatti il via libera del Parlamento entro dicembre affinché dal prossimo gennaio l’accordo raggiunto nel 2020 col governo elvetico sulla la tassazione del reddito di lavoro entri in vigore.
L’intesa riguarda oltre 87.000 lavoratori frontalieri residenti nel raggio di 20 chilometri dal confine svizzero: il lavoro degli italiani in terra elvetica genera 120 milioni di euro di tasse che vengono redistribuite nei comuni di frontiera. Difficile, se non praticamente impossibile, che il nuovo Parlamento, che si insedierà ad ottobre, riesca a ratificare l’accordo nei primi due mesi di attività. Tutto rinviato al 2024?