Frontalieri, pressing su Roma «I ristorni vanno sbloccati»

VARESE I rapporti problematici fra Italia e Svizzera sono tornati in discussione oggi al Consiglio regionale della Lombardia, dopo che il Pirellone aveva avviato nelle scorse settimane un tavolo permanente di confronto con il Gran Consiglio del Canton Ticino. L’assemblea ha, infatti, approvato stamani all’unanimità una mozione sostenuta da tutti i gruppi e con la prima firma del presidente Davide Boni, che intende anzitutto sollecitare una soluzione rapida al blocco dei ristorni dei lavoratori frontalieri.

Con il documento, il Consiglio lombardo ha dunque invitato la Giunta Formigoni a «rappresentare al nuovo Governo l’esigenza di sviluppare il necessario confronto con la Confederazione elvetica sulle tematiche fiscali e finanziarie e a sollecitare una soluzione che sblocchi definitivamente e in tempi rapidi la questione del ristorno fiscale». Inoltre è stato chiesto alla Regione di «considerare prioritaria la tutela» degli oltre 50mila lavoratori frontalieri delle province di Varese, Como e Sondrio, che ogni giorno valicano la frontiera per lavorare nella Svizzera italiana e sono spesso stati oggetto di “forme di discriminazione” nel dibattito politico.

Toccherà, infine, alle commissioni consiliari elaborare una proposta sui temi di interesse comune fra Lombardia e Ticino: lavoro, trasporti, infrastrutture ed Expo.

s.bartolini

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