Chris Froome ha vinto il quarto Tour in carriera, il terzo consecutivo, avvicinandosi al gotha della Grand Boucle, occupato da Merckx, Anquetil, Hinault ed Indurain, tutti a quota cinque successi. Abbiamo dato i voti ai primi cinque della classifica generale, e a Marcel Kittel, autentico dominatore delle volate con cinque successi.
– Piaccia o no, vince sempre lui. Vince per la quarta volta in carriera, vince in difesa, vince senza alcun acuto di tappa,
vince pur con soli 36 chilometri a cronometro, vince con la squadra più forte. Però vince: non si può far altro che togliersi il cappello.
– Dopo tre anni di assenza, tre anni in cui sembrava ormai destinato ad un lento declino, torna sul podio di un grande Giro a 30 anni. Per la prima volta tra i primi tre del Tour, chiude a soli 54’’ da Froome. E chissà cosa sarebbe accaduto se avesse osato di più. Evidentemente era contento così, ed è comprensibile.
– Probabilmente un terzo posto al Tour de France, il secondo podio consecutivo (fu secondo nel 2016), non vale una bocciatura. Nel suo caso sì, perché ha avuto tantissimo terreno a disposizione per attaccare, un intero tracciato disegnato sulle sue caratteristiche con pochissima cronometro e tante montagne, con traguardi in discesa che sembravano perfetti per lui. Eppure non sfrutta l’occasione, attacca poco e male, e a Marsiglia difende il podio per un solo secondo. L’erede di Hinault non è ancora abbastanza maturo.
– È stato molto sfortunato al Giro ma è riuscito comunque a mettersi in mostra con una vittoria di tappa e tanti attacchi. Il suo Tour iniziato da gregario finisce a un misero secondo dal podio, nonostante fosse di gran lunga il più forte e il più brillante in salita. Un corridore come lui non può e non deve fare più il gregario, ha le potenzialità per vincere.
– L’unico a staccare tutti in salita a La Planche des Belles Filles, ha avuto il merito e il coraggio di farci sognare. Purtroppo nella terza settimana ha finito la benzina e le forze erano al minimo. Avrebbe meritato qualcosa in più per come ha lottato sulle Alpi, ma dovrà trarre insegnamento da tutto per tornare e giocarsi qualcosa di più. È stato solo il suo secondo Tour: Vincenzo Nibali è salito per la prima volta sul podio del Tour al terzo tentativo, Ivan Basso alla quarta partecipazione. Dunque c’è tempo, tanto tempo ancora.
– Non è riuscito ad arrivare a Parigi a causa di una caduta, ma il suo dominio negli sprint è stato indiscutibile: 5 vittorie di potenza, di classe, di fiducia. Al momento, in volata è di un altro pianeta.