– «Quando la comunità rinuncia alla paura e tocca con mano la realtà arriva un dono come questo». Ne è certo il diacono di Dumenza Giorgio Campoleone, che racconta con semplicità un gesto straordinario.
Domenica scorsa, dopo la messa, sul sagrato della chiesa di Dumenza i giovani profughi che la comunità ha saputo accogliere in collaborazione con la cooperativa Agrisol, della Caritas diocesana di Como, hanno regalato i frutti del loro orto. Un gesto per «ringraziare
la parrocchia di Dumenza, don Corrado, il diacono Giorgio e l’agronomo Laerte per averci accolto e averci dato speranza», hanno poi detto i ragazzi.
Uno di loro, un giovane nigeriano, dall’altare, durante la messa ha letto un messaggio rivolto a tutta la comunità dumentina: «Siamo qui oggi per farvi capire cosa abbiamo fatto e come lo abbiamo fatto. Abbiamo coltivato questa terra, secondo le tecniche di coltivazione africane, cui abbiamo aggiunto quelle italiane. L’abbiamo fatto con l’aiuto di Laerte e di Giorgio, che ci hanno fatto arrivare ad un risultato positivo. Abbiamo piantato alcuni ortaggi e li abbiamo curati con molta attenzione. Vogliamo usare i frutti del nostro orto per aiutare la Chiesa e tutta la comunità di Dumenza. Tutti noi immigrati stiamo utilizzando questa opportunità per dire grazie a tutta l’Europa, l’Italia e Dumenza per l’aiuto datoci». Un gesto bellissimo.
«Che ha il sapore dell’integrazione vera – spiegano don Corrado e il diacono Giorgio – la comunità si è aperta in modo ingredibile e questi ragazzi sono un dono. Un dono che ha saputo far ricredere chi, un anno fa, osteggiava il progetto. Era contrario».
La comunità di Dumenza ha fatto una cosa straordinaria: ha chiuso internet, ha spento la televisione e si è affacciata alla propria finestra. «Il messaggio di paura che in tanti vogliono fare passare a tutti i costi si è dissolto – spiega Campoleone – La comunità ha visto, soprattutto ha conosciuto. L’integrazione, l’accoglienza devono per forza passare attraverso l’incontro». La parrocchia di Dumenza ha messo a disposizione di Agrisol un terreno di proprietà inutilizzato. E qui, un anno fa, con l’aiuto di un agronomo, i giovani rifugiati hanno iniziato a coltivare un orto. «Di quest’orto adesso sono arrivati i frutti – spiega Campoleone – e i ragazzi hanno voluto regalare alla comunità dumentina i frutti della terra e del loro lavoro in segno di ringraziamento».
Verdura e ortaggi sono spariti in un lampo. In tanti hanno lasciato un’offerta libera: quanto raccolto è stato lasciato alla parrocchia in segno di ringraziamento. «Un dono – spiegano don Corrado e il diacono Giorgio – per la comunità. Il segnale importante che l’accoglienza è possibile. Alcuni di questi ragazzi, sono a disposizione del Comune. Certo vanno gestiti, tutto deve essere organizzato da chi ci crede davvero, da chi opera davvero per l’integrazione». E il progetto andrà avanti. «Anzi – conclude Campoleone – potrebbe ampliarsi. La parrocchia ha altri terreni che potrebbe mettere a disposizione. Servono i fondi, ovviamente, ma la volontà c’è».