Fumetti, passione tutta da indossare

Gente comune vestita da personaggi dei cartoon: «Non è una carnevalata ma un vero stile di vita». E i passanti grandi e piccoli si lasciano coinvolgere

Cosa ci fanno Lupin, Jigen, Jeeg robot d’acciaio e Anna Karenina in centro a Gallarate?
Chi è passato ieri da piazza della Libertà avrà certamente notato la colorata e originale presenza dei cosplayer, ragazzi e ragazze travestiti in tutto e per tutto con i costumi dei propri personaggi preferiti: dei fumetti, dei cartoni animati, ma non solo, come vedremo.

Spiderman ai piedi di Wonder Woman sotto lo sguardo di Batman

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(Foto by Varese Press)

Ha preso infatti il via ieri mattina Gallarate Comics&Games 2015: quattro giorni all’insegna di fumetti, giochi e cosplay, per il divertimento e lo stupore di grandi, piccini e cultori della materia. L’evento è organizzato da Naga (Negozianti Associati Gallarate).
Nato in Giappone alla fine degli anni ’70, il fenomeno del cosplay si è rapidamente diffuso nel resto del mondo, raggruppando un buon numero di seguaci anche nel nostro Paese. «L’errore più grande che si possa fare è quello di confondere i nostri travestimenti con quelli di carnevale», ci ammoniscono subito all’unisono i cosplayer

Catwoman non le manda a dire

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(Foto by Varese Press)

E qual è la differenza? «A carnevale ci si veste un giorno all’anno per pura goliardia. Noi, in un certo senso, diventiamo il personaggio che scegliamo: non solo nel costume, ma anche nei gesti e negli atteggiamenti».
I cosplayer non sono passati di certo inosservati: molti gallaratesi li hanno fermati per fare una foto insieme. Ciò che salta subito all’occhio è la ricercatezza dei costumi, assolutamente identici, fin nei più piccoli dettagli, a quelli dei personaggi dei cartoons o dei comics.

Lara Croft, la protagonista di Tomb Rider, pronta all’azione

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(Foto by Varese Press)

Ai bambini (ma per la verità anche a tanti adulti) non sembra vero poter posare con i propri personaggi preferiti. Gallarate Comics ieri ha ospitato anche l’intera banda di “Lupin III”. Lupin, alias , è in realtà un ragazzo di Cassano Magnago: «Ma per i miei amici sono sempre stato Lupin, anche prima di vestirmi come lui – sorride – Tutto è nato dalla mia passione per il personaggio: poi ho scoperto il fenomeno cosplay ed è stato naturale unire le due cose».

Flash Gordon corre veloce tra le strade di Gallarate

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(Foto by Varese Press)

Della banda di “Lupin III” (che ha anche girato un cortometraggio visibile sul canale YouTube “Lupin The Third e la sua squadra”) fanno parte altri ragazzi e ragazze divenuti ormai amici inseparabili: ci sono i gemelli bustocchi e (rispettivamente Jigen e Goemon), il cogliatese (l’ispettore Zenigata) e (Fujiko), di Cerro al Lambro. «La prima volta che sono andata a una fiera di cosplay sono rimasta incantata, mi sembrava il mondo delle favole» racconta la ragazza.

Goku cerca le sette Sfere del Drago, le avrà trovate?

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(Foto by Varese Press)

Attenzione però. Nell’universo cosplay non ci si immedesima solo nei personaggi dei cartoni, dei fumetti o delle serie televisive. C’è anche chi crea e interpreta un proprio personaggio di sana pianta.
È il caso, ad esempio, di , ragazza di Mozzate che ieri ha incantato tutti con un meraviglioso abito rosso da Anna Karenina. «Mi sono avvicinata alla cultura cosplay perdendo una scommessa con un amico – dice Marina – Il pegno da pagare era proprio quello di vestirmi come un personaggio di fantasia. Devo ammettere che la prima volta mi sono trovata piuttosto in imbarazzo, camminavo tra la gente con gli occhi bassi. Poi la cosa mi ha preso sempre più, e oggi è una vera e propria passione».

Trilli, chissà se avrà trovato il suo Peter Pan?

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(Foto by Varese Press)

Creare o immedesimarsi in un personaggio può non essere uno scherzo sul piano economico: «Confezionare o recuperare gli abiti adatti a volte è costoso. Ma con la passione si supera tutto. Poi la cosa più bella di questo mondo è l’amicizia che si crea tra di noi: nelle gare c’è competitività, ma l’amicizia non viene mai meno». di Lodi ha ispirato invece il proprio costume al cosiddetto “steampunk”, un filone della narrativa fantastica che introduce elementi fantascientifici all’interno di ambientazioni ottocentesche. «I miei amici la vedono come una cosa strana, ma per me è molto divertente». Una vera e propria passione che Benedetta condivide con il fidanzato , pure lui vestito in eleganti abiti ispirati alla Londra di epoca vittoriana.