MILANO – Diciassette furti consumati e tentati contestati, ma almeno un’altra quarantina di cui al momento solo sospettati. E’ quanto emerge dall’inchiesta della seconda sezione della squadra mobile di Milano e della pm Milda Milli sulla batteria di ladri acrobati di origine albanese che avrebbero razziato decine di appartamenti nelle province di Milano, Varese, Bergamo e Monza Brianza. Gli investigatori della polizia, diretti da Marco Calì e guidati da Giovanni Calagna, ne hanno sottoposto a fermo con le accuse di furto quattro dei cinque componenti, tra cui il presunto leader del gruppo. Il quinto invece è morto in un incidente stradale sull’A1 lo scorso 19 ottobre.
La peculiarità della banda era una maniacale attenzione a non essere scoperti. Oltre ad applicare targhe clonate sopra 2 automobili, ogni settimana le due auto di grossa cilindrata a utilizzare per arrivare e poi allontanarsi dai luoghi dei furti venivano fatte controllare e bonificare da eventuali cimici installate dagli inquirenti. In nessuno dei furti finora contestati i due presunti ladri che facevano irruzione nelle abitazioni avrebbero aggredito i proprietari. Gli altri invece avrebbero svolto le funzioni di palo e di autista.