Cannes, 4 nov. (TMNews) – I leader del G20 intendono evitare che
ci siano istituti finanziari troppo grandi per fallire (‘to big
to fail’). A questo proposito è attesa per oggi una prima
versione della lista elaborata dall’Fsb sulle istituzioni di
importanza sistemica (Sifi). La lista delle mega banche – si
stima siano 29 – che dovranno essere sottoposte a coefficienti
patrimoniali più stringenti sarà presentata a Cannes da
Mario Draghi, nel suo ultimo atto a capo del Financial stability
board. Lo stesso G20 dovrebbe nominare il suo successore e ad
oggi tra i più accreditati vi è il governatore della Banca
centrale del Canada, Mark Carney.
Le tensioni sui mercati finanziari “sono aumentate a causa dei rischi sovrani in Europa” e “segni di vulnerabilità si stanno manifestando nei mercati emergenti”. Permangono, quindi, “squilibri globali”, recita la bozza della dichiarazione conclusiva del G20, in cui i leader riaffermano il loro impegno per “rilanciare la crescita economica, creare posti di lavoro e garantire la stabilità finanziaria”.
Ieri, il premier greco Georges Papandreou ha fatto marcia indietro sulla proposta di referendum sul piano di salvataggio per Atene che aveva fatto tremare i mercati. D’altro canto in Grecia si profila un governo di transizione. La crisi fa ballare la politica: proprio oggi si apre la campagna alettorale per le elezioni anticipate in Spagna. Quanto all’Italia, l’atteggiamento dei partner è di cautela. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ad esempio ha espresso apprezzamento per il pacchetto di misure anti-crisi annunciato dall’Italia, ma sottolineando la necessità che adesso le riforme vengano attuate. “Berlusconi – ha detto Sarkozy nel corso di
una conferenza stampa al termine della prima giornata del G20 a
Cannes – ci ha riferito oggi i risultati della riunione del
governo italiano. Ne abbiamo preso atto con interesse, ma anche
lui sa che la questione non è il contenuto del pacchetto ma se
sarà applicato”.
Ieri comunque i mercati hanno chiuso in rimonta, sollecitati dalla mossa a sorpresa di Mario Draghi che come primo atto a capo della Bce ha tagliato i tassi d’interesse d’un quarto di punto a 1,25%.
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