Bruxelles, 6 nov. (Apcom) – Uscita dalla crisi economica e accordo sul cambiamento climatico sono due dei temi che i ministri delle Finanze e i banchieri centrali del G20 si preparano ad affrontare oggi e domenica a Saint Andrews, in Scozia, per l’ultimo appuntamento sotto la presidenza britannica, a cui parteciperanno per l’Italia il ministro del tesoro Giulio Tremonti e Mario Draghi, nella doppia veste di governatore della Banca d’Italia e di presidente del Financial Stability Board. E a sottolineare l’importanza dell’evento, è prevista la partecipazione del premier britannico Gordon Brown, che affiancherà in parte dei lavori il suo ministro Alistair Darling.
I responsabili economici discuteranno innanzi tutto della “cornice di lavoro” macroeconomico comune decisa a settembre nel corso del vertice del G20 di Pittsburgh per “generare insieme una crescita mondiale forte, durevole e equilibrata”. Si discuterà di supervisione multilaterale e del modo di mettere in atto il meccanismo destinato a verificare prontamente che nessun prenda decisioni economiche di natura tale da favorire il ritorno alla crisi. Resta ancora tutto da definire sul modo di lavorare in collaborazione con il Fondo monetario internazionale (Fmi): a St Andrews si tenterà di stabilire che tipo di dati economici i paesi debbano sottoporre alla revisione di tale istituzione.
La riunione di Saint Andrews permetterà di preparare il terreno e di rinfocolare la discussione su un altro tema importante, ossia la remunerazione dei manager e la regolamentazione finanziaria. Il ministro dell’Economia francese Christine Lagarde ha assicurato che chiederà ai suoi colleghi di “rendere conto in modo dettagliato del modo in cui i principi di remunerazione sono messi in atto nelle varie legislazioni”.
Anche il finanziamento del cambiamento climatico per i paesi poveri, su cui i paesi dell’Unione europea hanno faticosamente raggiunto un accordo al vertice del 29 e 30 ottobre, verrà discusso a Saint Andrews in vista della conferenza di Copenhagen di dicembre. I leader Ue hanno fissato un obiettivo mondiale di 100 miliardi di euro all’anno da qui al 2020, ma hanno rifiutato di impegnarsi sull’ammontare dell’impegno europeo, aspettando che anche gli altri ‘calino le carte’. Saint Andrews potrebbe essere l’occasione per sbloccare ancora un po’ le posizioni.
La diagnosi macroeconomica non dovrebbe invece sollevare troppi problemi e i partecipanti dovrebbero prendere atto della tendenza generale al miglioramento. Australia e Norvegia, paesi ricchi di materie prime, hanno appena alzato nuovamente i loro tassi di interesse. Tutti gli altri governi e banche centrali stanno preparando delle “strategie d’uscita” da mettere in atto in tempi utili per non rischiare un’inflazione altissima. Ma numerosi imprenditori notano ancora delle ‘incertezze’ e delle condizioni di mercato ‘difficili’, che stanno compensando facendo dei risparmi, con un conseguente aumento preoccupante della disoccupazione.
Mercoledì la Federal Reserve americana ha sottolineato che la situazione economica è tale da rendere necessari dei tassi “ad un livello estremamente basso per un lungo periodo”. Lo stesso tono prudente è stato usato giovedì dalla Banca d’Inghilterra e dalla Banca centrale europea. La prima ha parlato di una “ripresa lenta del livello di attività” e la seconda di una “ripresa economica progressiva nel 2010”, sottolineando come sulle previsioni gravino incertezze “elevate”.
La riunione di oggi dovrebbe dunque riprendere negli stessi termini le dichiarazioni di Pittsburgh a favore di un ritiro delle misure di rilancio “quando sarà il momento” e in modo “cooperativo e coordinato”. Nel complesso, il G20 finanziario di Saint Andrews sarò una “grossa riunione seria”, secondo quanto riassunto da una fonte britannica. (Con fonte Afp)
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