G20/ Difficile intesa su indicatori.Tremonti:bene debito privato

Parigi, 19 feb. (TMNews) – Il G20 finanziario di Parigi ha strappato un accordo di compromesso sugli indicatori degli squilibri economici grazie alla mediazione della Francia. Intesa che ha soddisfatto il ministro dell’Economia italiano, Giulio Tremonti, perchè “segue la tesi giusta” proposta dall’Italia e introduce fra gli indicatori anche il debito e il risparmio privato e non guarda soltanto le finanze pubbliche. Un’intesa che, secondo il titolare di via Venti Settembre, potrebbe spianare la strada a un via libera anche dell’Europa. “Il fatto che oggi la proposta sia stata accolta dal G20 – ha detto – mi sembra che possa andare bene anche in sede Ecofin”.

Il ministro Tremonti ha aperto la conferenza stampa al termine della riunione del Gruppo dei 20 paesi citando la celebre frase di Enrico IV “Parigi val bene una messa” a significare che il sacrificio da fare per ottenere quello che desideriamo è accettabile anche se moralmente disdicevole. Questo perchè la presidenza francese, dopo una serie di trattative in salita, ha mediato un accordo basato sul compromesso con la Cina che prevede che l’indicatore da guardare non sia più la bilancia delle partite correnti nel suo complesso, ma le diverse variabili che la compongono.

Tornando alla questione della finanza privata, cavallo di battaglia di Tremonti, il ministro ha spiegato che se si vogliono evitare nuove crisi bisogna valutare “la stabilità del sistema che è fatto sì da debiti e finanze pubbliche, ma anche da quelli privati. Negli ultimi mesi la tendenza è stata a considerare soltanto la finanza pubblica come se tutte le colpe fossero dei governi e non soltanto delle banche”. Adesso – ha proseguito con soddisfazione – la tesi sostenuta dall’Italia in Europa “è avanzata anche nel G20. Adesso non è più solo italiana ma anche di tutti gli altri paesi”. Secondo Tremonti, quindi, una decisione finale su questa questione è “vicina”.

Il ministro è tornato poi a mettere in guardia sui rischi della speculazione, soprattutto in aree dove ci sono forti tensioni come il Nordafrica. La speculazione sul mercato
finanziario, e soprattutto sulle materie prime (grano, riso cibo e petrolio), può “destabilizzare” e finalmente adesso “la discussione sta avanzando”, ha affermato Tremonti, lamentando l’assenza di attenzione sul tema negli anni scorsi quando già l’Italia lo aveva posto all’attenzione degli altri paesi.

La speculazione, ha osservato ancora, “è una cosa per cui pochissimi guadagnano moltissimo e moltissimi perdono tantissimo. Ha destabilizzato e sta destabilizzando tutto il Nordafrica”. Il mercato “non fa prezzi giusti, la giustizia impone di limitare la speculazione”. Tremonti ha messo quindi in guardia dai rischi sugli effetti di questo processo. “La cascata di fenomeni può fermarsi, ma può anche svilupparsi”, ha affermato il titolare del Tesoro sottolineando che “può essere una cascata di effetti di instabilità anche economica”. Per Tremonti c’è un problema politico “biblico”. La democrazia, ha avvertito, “non è come McDonald’s: non si esporta, è una cosa
complessa, sofisticata, che si sviluppa negli anni. La diffusione della democrazia in Europa – ha concluso – è un processo complesso e recente”.

Gab

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