I fari puntati dalla “3SG” sull’Alzheimer con una settimana di iniziative, ora verranno girati verso la città. E resteranno accesi per tutto l’anno, con uno scopo preciso: non smettere di parlare delle persone affette da demenza, far conoscere questa malattia e, perciò, creare un ambiente che non le respinga ma che anzi le accolga.
La prima delle tre serate organizzate dall’Azienda servizi socio sanitari dei Ronchi in concomitanza con la giornata mondiale dell’Alzheimer, ha raggiunto l’obiettivo prefissato: gettare le basi per realizzare una rete in grado di impostare un progetto allargato. «Questo è un tema da affrontare adesso -spiega il presidente di “3SG” Giacomo Peroni-. Dobbiamo essere pronti in vista di un futuro non troppo lontano quando la demenza sarà un “problema” che riguarderà un altissimo numero di anziani e le loro famiglie. Ovvero i mariti, le mogli, i figli e i nipoti che subiscono e vivono la malattia più dello stesso paziente».
L’intenzione è di entrare a fare parte di una rete internazionale, quella della “Dementia Friendly Community”, un progetto nato in Gran Bretagna e in Italia avviato in via sperimentale ad Abbiategrasso. Si trattata dell’inizio di un percorso finalizzato a creare una rete di cittadini consapevoli, che sappiano come rapportarsi a una persona con demenza per farla sentire a proprio agio nella sua comunità. Gallarate, attraverso “3SG” potrebbe essere il Comune capofila per la creazione di una “Alzheimer society”, con il coinvolgimento di altre amministrazioni locali, in collaborazione con le associazioni territoriali quali ad esempio la Croce Rossa e La banca del tempo (presenti all’incontro di venerdì 16) e in sinergia con strutture analoghe, come il Melo.
Una strada lunga ma praticabile che potrebbe avere come prima tappa la formazione degli agenti della polizia locale, che spesso entrano in contatto diretto con i malati che improvvisamente si perdono, non sanno più chi sono e dove sono (il disorientamento tempo-spazio). Sempre restando in tema di formazione e prendendo spunto dalla Svezia, uno dei Paesi più all’avanguardia, si potrebbero coinvolgere le associazioni dei commercianti in modo da indicare con un bollino ben visibile in vetrina una comunità di negozi amici dei malati di Alzheimer. «Dopo l’abbattimento delle barriere architettoniche, ora bisogna passare all’abbattimento delle barriere culturali».
Gli appuntamenti sono proseguiti con l’open agli ambulatori. Con il “Treno della memoria” partito di buon ora, carico di familiari dei malati, “curiosi” e operatori di altre strutture. Si tratta di una fedele riproduzione di uno scompartimento, con tanto di finestrino e paesaggi che scorrono, utilizzati per fare terapia ai pazienti senza utilizzare i farmaci. E’ il fiore all’occhiello di un percorso terapeutico che ha portato “3SG” a diventare un modello cui ispirarsi.
Infine, venerdì scorso, la presentazione “Visto con i tuoi occhi”, il libro della giornalista Manuela Donghi. Si tratta di un romanzo che prende spunto dal rapporto tra la scrittrice in età adolescenziale e la nonna affetta da demenza. La presenza di Federico Buffa, il noto “cantastorie” di Sky sport, ha dato un ulteriore tocco magico alla serata: Buffa ha rivelato di avere avuto una madre malata di Alzheimer, da qui il suo impegno nella promozione del libro e a favore dell’associazione Dino Ferrari.
Tra il pubblico pochi addetti ai lavori e tanti cittadini, molti dei quali richiamati dalla presenza dei due volti noti. La loro missione è proprio questa: far conoscere questa malattia per creare una comunità consapevole. Il testimone ora passa anche a “3SG”.