«L’integrazione si fa anche offrendo delle attività ai richiedenti asilo, come fa Exodus. Ma la Lega alza i toni solo per catturare voti». Così il sindaco di Gallarate commenta l’ennesima polemica sollevata dalla sezione della Lega Nord a proposito della presenza dei “profughi” in città, stavolta accusati di passare le giornate in “sala scommesse”. «Ma in realtà per loro è un luogo di aggregazione, dove passare il tempo, tanto che alla nostra polizia locale è arrivata anche una segnalazione da parte del gestore, sulla eccessiva presenza di richiedenti asilo – l’analisi del sindaco Guenzani – ma non credo che abbiano più di tanto da scommettere, vista l’esiguità dell’argent-de-poche che gli viene dato. L’impressione è che non sappiano cosa fare e si ritrovino lì».
Una situazione che Guenzani peraltro deplora: «L’accoglienza va fatta considerando la dignità delle persone, a cui non può essere garantito esclusivamente il vitto e l’alloggio, ma devono anche essere impegnate in attività di integrazione – sostiene il sindaco – Exodus ci è riuscita, offrendo ai richiedenti asilo opportunità concrete per rendersi utili, dalla cura del parco di villa Calderara alle attività di imbiancatura delle scuole. Non lo sta facendo invece l’altra cooperativa, che ha sede a Samarate e ha messo a disposizione questo edificio di fronte alla stazione senza che l’amministrazione ne fosse a conoscenza. Un’anomalia che ho già segnalato al prefetto di Varese: chi ottiene l’affidamento dei richiedenti asilo dovrebbe mantenerli sul proprio territorio e non portarli in un altro Comune».
Ma per il senatore della Lega Nord la gestione dell’emergenza «è totalmente diseducativa» per gli stessi migranti accolti nelle nostre città. «Vengono messi in condizione di irresponsabilità – sottolinea Candiani – mangiati, dormiti, accuditi e persino pagati con i soldi del pocket money da spendere nelle sale scommesse, come quelli che a Tradate “cazzeggiano” per strada con il telefonino. Poi, come mi è successo domenica all’asilo di Abbiate, trovo un pensionato che vive in una casa popolare,
a cui è stato tolto un assegno di invalidità da 370 euro, e non sa come tirare avanti.». Una posizione che divide. «Li vedo anch’io quei ragazzi in sala scommesse, quando torno dalla stazione, ma non ne farei un dramma – ammette , deputato gallaratese del Pd – mi vien da pensare che il fatto che si giochino anche quei due euro e 50 che hanno in tasca sia un indice della disperazione di questa gente, che arriva a riporre nell’azzardo le poche speranze che hanno. Ecco perché questo episodio deve impegnarci a migliorare la gestione dell’accoglienza e l’integrazione. L’approccio di Exodus da questo punto di vista dovrebbe essere un esempio da esportare».