Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Paolo Bertocchi, capogruppo di maggioranza della Provincia di Varese.
«Abbiamo deciso di organizzare per i capigruppo di minoranza di Lega Nord e Forza Italia un corso di formazione su come si fanno e si leggono i bilanci della pubblica amministrazione. Speriamo che Longhin e Galparoli si iscrivano, così scopriranno cose interessanti ed eviteranno figure barbine. Non solo i loro partiti hanno lasciato una Provincia con un disavanzo da 54 milioni di euro ma non conoscono nemmeno le minime norme di un bilancio pubblico. Questo è
un fatto gravissimo, tanto più che, da anni, sono amministratori comunali e provinciali. Secondo gli algoritmi dei Consiglieri di minoranza, la delibera 76 del 27 maggio 2016 ha portato alla luce l’esistenza di circa 19 milioni di euro di risorse. La delibera però, oltre che ad essere pubblica, parla chiaro: non si tratta di risorse disponibili, bensì di fondi vincolati, provenienti anche da anni precedenti il 2015, per opere non ancora realizzate o da completare. Non possono essere quindi utilizzati per ripianare il disavanzo, certificato dalla Corte dei Conti, cosa che invece stiamo facendo con grande fatica attraverso la realizzazione di economie di spesa e l’acquisizione di nuove entrate con la vendita di alcuni immobili. Detto questo, i due Consiglieri dovrebbero sapere, anche alla luce della nuova contabilità armonizzata, che questi fondi non solo non sono liberi, ma devono essere riportati pari pari nei bilanci successivi. Così è stato fatto, perché noi, a differenza di chi ci ha preceduto, i residui non li gonfiamo. Non si fanno magheggi con i soldi dei cittadini. Alla minoranza non sono nemmeno bastate le spiegazioni dei funzionari della Provincia, che hanno illustrato loro molto bene gli aspetti tecnici della finanza pubblica e del riaccertamento dei residui.
Galparoli e Longhin stiano sereni: a Villa Recalcati c’è una maggioranza seriamente impegnata per risolvere i problemi che proprio i loro partiti hanno lasciato e che, per motivi prettamente elettorali, continuano a non voler vedere».