Gasolio nel torrente Boesio Arriva dall’ex Monterosa

La scorsa settimana si è verificato l’ennesimo sversamento inquinante nel Lago Maggiore, sull’ultimo tratto del torrente Boesio sono state scoperte ampie macchie di combustibile.

Il fiume lavenese e la sua foce in località Gaggetto sono ormai tristemente famosi per gli scarichi di liquidi impuri e, anche questa estate, un episodio analogo ha inferto un altro colpo alla natura.

Solo l’intervento fulmineo della Protezione Civile, della polizia locale e dell’ufficio tecnico del Comune ha evitato che le chiazze d’idrocarburo, una volta arrivate alla confluenza con il lago, non prendessero il largo verso la sponda piemontese; le boe assorbenti posizionate in diversi punti hanno tamponato il danno ambientale.

Sul posto sono arrivati anche i tecnici dell’Arpa per i campionamenti del caso.

Come si è poi accertato il combustibile era contenuto in una cisterna della fabbrica Monterosa, dismessa ormai da anni nei giorni successivi allo sversamento si è compiuta l’opera di bonifica svuotando il contenitore ormai ceduto.

Il gasolio disperso non ha portato fortunatamente a nessuna moria di pesci e uccelli acquatici ma sicuramente ha aperto un nuovo dibattito sui complessi industriali abbandonati lungo il basso corso del fiume. Crisi industriale e inutilizzo che negli anni hanno portato alcune ex fabbriche del medio Verbano affacciate sui corsi d’acqua a diventare luogo di abbandono, di vandalismo se non addirittura di predazione, due anni fa proprio nella Monterosa morì un giovane che stava rubando il rame.

Ma non solo quella fabbrica è destinata a essere un cimitero industriale a cielo aperto; basterà ricordare il “compattatore” di Geminio del quale oggi restano solo le pareti e le guaine di plastica dei cavi elettrici; tutto quello che si è potuto rubare è stato portato via. E poi ancora, l’ex Fraschini, oggetto di una dura battaglia legale che oggi è destinata solo accogliere rifiuti di ogni sorta.

«Un’area delicata quella della Monterosa sulla quale bisognerebbe avere maggior cura – afferma, sindaco di Laveno – Ma anche altri luoghi meriterebbero opere di recupero o quanto meno un maggior interesse da parte dei proprietari affinché il loro abbandono non danneggi il resto del territorio». Conclude il primo cittadino: «Stiamo tirando le fila di una panoramica generale delle aree dismesse comprese nel nostro territorio con la possibilità di effettuare anche qualche intervento».

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