Si avvicina la sentenza per la cuoca dell’asilo nido “Imparare è un gioco” di Gavirate, chiuso nel 2018 a seguito di gravi episodi di maltrattamento sui bambini documentati da video e testimonianze. Dopo la condanna in primo grado dell’educatrice responsabile, ora il giudice monocratico dovrà esprimersi sull’altra imputata, accusata di concorso in maltrattamenti.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Corrado Viazzo, ha chiesto l’assoluzione sostenendo che la donna, in qualità di cuoca, non avesse obblighi educativi o una posizione di garanzia. «Il reato contestato è proprio e può essere commesso solo da soggetti qualificati, come educatori o responsabili. La mia assistita non rientrava in questa categoria e non era tenuta a intervenire», ha spiegato il legale, contestando anche la rilevanza degli episodi imputati.
Il pubblico ministero ha invece chiesto una pena di tre anni per la donna, ritenendo la sua condotta omissiva una complicità nei fatti avvenuti. La decisione del giudice rappresenterà un punto chiave nella vicenda, che continua a suscitare dibattito sull’educazione e la responsabilità negli ambienti scolastici.