La tregua a Gaza entrata in vigore alle 8 locali di ieri mattina è andata in pezzi in poco più di un’ora. Il probabile rapimento in piena tregua a Rafah, nel Sud della Striscia, di Hadar Goldin, 23 anni, ufficiale della brigata di fanteria Ghivati, ha sbriciolato il cessate il fuoco umanitario di 72 ore messo faticosamente in piedi da un’azione congiunta Onu-Usa.
Accettato sia da Israele sia da Hamas, avrebbe dovuto consentire alle delegazioni delle parti, già in partenza per il Cairo, di trovare forse una soluzione più duratura al conflitto. La reazione di Israele è stata immediata: il premier Benyamin Netanyahu ha convocato il Gabinetto di sicurezza, mentre la risposta militare già martellava la Striscia con forti bombardamenti. I morti tra i palestinesi a Rafah ieri sera sono saliti a 62 per un totale complessivo, secondo fonti locali, di 1.504, con oltre 8.000 feriti.
E l’esercito israeliano ha ordinato in serata lo sgombero immediato dell’ospedale di Rafah che, secondo fonti locali, sarebbe già stato colpito ieri mattina dopo la notizia del rapimento del soldato. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha condannato «nei termini più forti la violazione del cessate il fuoco umanitario da parte di Hamas», dicendosi «scioccato e profondamente deluso». Poi ha domandato «l’immediata liberazione del soldato». Una richiesta subito avanzata anche dal presidente Usa Barack Obama («Hamas deve liberarlo senza condizioni») e dal suo segretario di Stato, John Kerry, che ha condannato «la vergognosa violazione da parte palestinese del cessate il fuoco a Gaza». In serata Obama ha ribadito che Israele ha il diritto di difendersi e ha addossato ad Hamas la responsabilità di aver rotta la tregua, ma si è appellato anche a fare «tutto il possibile per evitare vittime civili».
Sul terreno tutto è sembrato nascere a due ore di distanza dall’inizio della tregua con scambi di colpi a Rafah, nel Sud della Striscia, preceduti dalle sirene di allarme per l’arrivo dei missili nelle comunità israeliane a ridosso del confine (saranno 38 a fine giornata, secondo il portavoce militare). Di fronte ai fatti, Israele ha accusato ufficialmente davanti agli Usa e all’Onu Hamas di aver violato la tregua, di cui poco dopo ha annunciato la fine.
Il quadro si è chiarito quando il portavoce militare israeliano ha riferito che c’era la probabilità che un soldato israeliano era stato «rapito da terroristi». Lo stesso portavoce ha fornito anche i particolari: «Alle 9.30 un attacco è stato condotto contro Forze israeliane che operavano allo smantellamento di un tunnel». Quell’attacco «in piena tregua» – ha rivelato una fonte militare al sito «Ynet», anche se per ora non ci sono conferme – è stato condotto «in uno scontro vicino a un tunnel» ed «è stato favorito da un attentatore suicida». Nell’esplosione, ha poi annunciato sempre il portavoce militare, sono stati uccisi due soldati israeliani.
Con i due morti di ieri sale a 63 il numero complessivo dei soldati uccisi nel corso delle operazioni a Gaza. Le Brigate Ezzedim al Qassam, ala militare di Hamas – citate dall’agenzia palestinese «Maan» ieri mattina – hanno confermato che propri uomini hanno messo a segno «la cattura» del militare israeliano, ma hanno contestato la versione di Israele. Ieri sera, citato dal quotidiano «Haaretz», l’esponente di Hamas Ismail Radwan ha detto che «la leadership politica dell’organizzazione non ha informazioni riguardo la cattura di un soldato israeliano. Anche se fosse vero – ha aggiunto – la leadership militare è la sola autorizzata a riportare tale evento». «È chiaro che il rapimento è una storia inventata dagli israeliani.
Non c’è nulla che ci indichi un rapimento», ha aggiunto un esponente di Hamas in Libano, Osama Hamdan, parlando alla «Cnn». Fatto sta che «l’evento» ha modificato radicalmente lo scenario di una guerra arrivata al 24° giorno. Nel frattempo la situazione umanitaria nella Striscia è al collasso: l’Ong «Oxfam» parla di 450 mila sfollati, mentre l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati ha riferito che nei suoi 90 ricoveri ci sono 250 mila persone.
© riproduzione riservata