GEMONIO Potrebbero essere le analisi delle impronte sui residui dei due petardi artigianali, dei quali uno sarebbe rimasto inesploso, applicati nella notte di martedì alle vetrate della sede della Lega Nord di Gemonio, a dare un volto ai due autori dell’attentato. E un furgone, ripreso dalle telecamere della videosorveglianza in paese, a bordo del quale avrebbero fatto un sopralluogo prima di posizionare gli ordigni. Proseguono le indagini, coordinate dal pm di Varese Sara Arduini, mentre tra gli inquirenti prende sempre più
piede l’ipotesi di una matrice anarchica. Persone che avrebbero confezionato i petardi con mano esperta. Lasciando una scritta, «Antifa 2° atto», che suona come una sorta di rivendicazione.
I resti dei petardi artigianali, costruiti con carta, polvere nera e una miccia per innescare l’esplosione, sono stati consegnati ai Ris di Parma, che stanno portando avanti le analisi per rilevare eventuali tracce. Altri elementi potrebbero arrivare dalle riprese delle telecamere di videosorveglianza, al vaglio dei carabinieri e della Digos. In particolare da quella posizionata all’interno della casa di fronte alla sede del Carroccio, installata prima di una manifestazione di militanti di centrodestra e da allora rimasta puntata sugli uffici già presi di mira da altri gesti dimostrativi. Telecamere che, nonostante il buio, avrebbero ripreso abbastanza nitidamente le fasi dell’attentato. Due persone, uomini, dopo un sopralluogo a bordo del furgone, del quale si sta cercando di risalire al numero di targa, si sarebbero avvicinati alla sede di via Marsala a piedi, il cappuccio della felpa calcato in testa per non farsi riconoscere. Dopo aver marchiato il muro con la scritta in vernice spray nera avrebbero dato fuoco alla miccia, per poi allontanarsi a piedi, probabilmente verso il mezzo parcheggiato poco distante.
Secondo la Procura di Varese, che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per esplosione pericolosa e danneggiamenti, l’attacco potrebbe avere quindi una matrice anarchica. Ed è proprio la pista di una ”galassia antagonista”, con contatti anche all’estero, quella sulla quale gli investigatori stanno concentrando le indagini. Si indaga su possibili collegamenti con episodi simili già avvenuti in altre parti d’Italia e d’Europa, in particolare in Grecia e in Spagna, gesti dimostrativi contro l’incarcerazione di alcune persone appartenenti a quell’universo in perenne rivolta. Gli autori potrebbero essersi appoggiati anche a frange anarchiche legate ad alcuni centri sociali della zona, in questi giorni tenuti sotto controllo dagli investigatori, che però non avrebbero ancora effettuato perquisizioni. «È un episodio che non va sottovalutato – ha spiegato il procuratore di Varese Maurizio Grigo – anche perché avviene in un momento difficile e confuso per la vita politica e sociale del paese».
Intanto, raccolti i vetri sparsi negli uffici dopo l’esplosione e sostituite le vetrate, i militanti della Lega Nord si sono ritrovati ieri sera in sede. Un brindisi, spumante e panettone, determinati a «non farsi intimidire».
b.melazzini
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