Gerenzano, condannato l’ex comandante dei vigili

GERENZANO Condannato a un anno e 6 mesi di carcere (con pena sospesa) l’ex comandante della polizia locale di Gerenzano: Paolo Omodeo Zorini, 43 anni, rispondeva di abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio, truffa, peculato d’uso e guida in stato d’ebbrezza. Il collegio presieduto da Piera Bossi lo ha condannato in primo grado ieri mattina dopo 20 minuti di camera di consiglio; il pubblico ministero Raffaella Zappatini aveva chiesto una condanna a 4 anni; il difensore ha invocato l’assoluzione con formula piena. I fatti contestati a Omodeo Zorini (oggi sempre dipendente del Comune di Gerenzano ma demansionato a responsabile scolastico), risalgono al periodo compreso tra il 2001 e il 2003: grande accusatore di Omodeo Zorini fu il segretario comunale che a suo carico presentò un esposto in procura.

Il quadro composto dai fatti contestati è di un originalità unica. «Omodeo Zorini – ha detto Vittorio Celiento, avvocato di parte civile per il Comune di Gerenzano – è un uomo ammalato di delirio di onnipotenza. Gli episodi accertati dalla procura lo provano: l’imputato è arrivato a svolgere indagini sui propri superiori dichiarando poi agli stessi di avere ricevuto regolare delega a farlo dall’autorità giudiziaria. Fatto assolutamente falso». Nell’ambito dei reati contestati troviamo il peculato d’uso:

l’ex comandante avrebbe in più occasioni ordinato agli agenti a lui sottoposti di accompagnarlo con l’auto di servizio a Saronno e ad Uboldo per ragioni personali. In particolare a Saronno fu raggiunta una concessionaria Bmw dove l’imputato stava trattando l’acquisto di una nuova auto. Ad Uboldo, invece, sempre Zorini stava discutendo un contratto di locazione. Queste ore di lavoro perduto sarebbero state messe in conto all’amministrazione; non solo l’imputato avrebbe manomesso i registri gonfiando le ore di straordinario.

Avrebbe comprato poi 3 pistole automatiche 9 per 21 da un’armeria di Busto Arsizio per un costo di 1.200 euro circa. Le armi avrebbero costituito nuova dotazione per il comando del quale era alla guida; ma la legge impone che per acquisti di questo genere venga indetto regolare bando di gara. E ancora sempre l’imputato si fece cucire a spese del comune una divisa non regolamentare con apposte sul bavero tre stelle invece delle due previste dalle normative. Oppure comprò sempre a spese dell’amministrazione divise femminili nonostante gli agenti a lui sottoposti fossero tutti uomini. In un crescendo di cattivi rapporti con il segretario comunale Omodeo Zorini rifiutò di consegnargli relazioni di servizio e, in un occasione, non consegnò parte delle cartelle Ici: compito affidato alla polizia locale a causa di giustificato impedimento del messo. La difesa rigettando ogni accusa ha parlato di «un ottimo tutore dell’ordine non chiuso in ufficio ma sempre sul territorio per controlli», dichiarando che il processo sarebbe nato «dall’astio che il segretario comunale nutriva nei confronti del mio assistito».

Simona Carnaghi

f.tonghini

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