GERENZANO Sono frasi discriminatorie e quindi vanno rimosse dal sito: è la decisione di giudice Loretta Dorigo del tribunale di Milano mi merito all’articolo dell’assessore alla sicurezza Cristiano Borghi che, dalle pagine del periodico comunale, invitava i gerenzanesi a non affittare abitazioni agli extracomunitari. Tutto è iniziato nel maggio 2009 quando su mensile dell’amministrazione «Filo diretto coi cittadini» è comparso un testo dal titolo «Noi abbiamo chiuso le porte… ma molti gerenzanesi le hanno aperte» in cui s’invitava
in modo molto esplicito i proprietari di abitazioni a non affittare ad extracomunitari per non vanificare l’attività dell’amministrazione comunale «che non ha mai concesso terreni per costruire luoghi di culto islamici o per consentire la sosta di zingari». Particolarmente contestata anche la chiosa dell’articolo «chi ama Gerenzano non vende e non affitta agli extracomunitari… altrimenti avremmo un paese invaso dagli stranieri e avremo sempre più paura ad uscire di casa».
Ne era scaturito un vivace dibattito con forti prese di posizione e con l’avvio di una causa da parte delle associazioni Farsi Prossimo onlus e Avvocati per niente che avevano presentato, assistiti dall’avvocato Alberto Guariso, un ricorso contro l’amministrazione e l’assessore alla sicurezza. In prima battuta l’azione legale era stata sospesa perché non era stata avviata da persone fisiche. Nonostante lo stop arrivato lo scorso ottobre i due sodalizi avevano deciso di andare avanti presentando un nuovo ricorso specificando che «le associazioni e gli enti che svolgono attività nel campo della lotta alla discriminazione possono agire in nome per conto e a sostegno di una discriminazione collettiva, qualora non siano individuabili in modo diretto e immediato le persone lese dalla discriminazione».
Superato l’ostacolo legale è arrivata, lunedì 2 maggio, la sentenza del giudice che, accogliendo il ricorso presentato da Farsi prossimo e Avvocati per niente, ha riconosciuto «il carattere discriminatorio dell’articolo e ne ordina la rimozione dal sito internet comunale entro 10 giorni dalla sentenza». Chiare le motivazioni addotte dal giudice: «Il contenuto discriminatorio deve essere valutato in considerazione del pregiudizio, anche potenziale che una categoria di soggetti potrebbe subire in termini di mero svantaggio o di maggiore difficoltà di reperire beni o servizi rispetto ad altri».
Inoltre la posizione di Borghi sarebbe aggravata dal suo incarico amministrativo: «Il comportamento dell’assessore era espressione della sua qualità di pubblico ufficiale. Si tratta pertanto di un’esternazione effettuata allo scopo di incidere nello spazio giuridico riservato all’autonomia negoziale di cittadini proprietari di immobili nel comune di Gerenzano e di cittadini stranieri interessati a risiedere in quel territorio». Nessun commento dall’amministrazione o da Cristiano Borghi: «Non ho ancora letto la sentenza e prima di fare qualsiasi commento vorrei consultare i miei legali. Per il momento quindi preferisco non rilasciare dichiarazioni».
Sara Giudici
f.tonghini
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