GERENZANO «L’ultimo straordinario traguardo raggiunto risale a pochi giorni fa, quando i nostri ricercatori hanno scoperto due enzimi che hanno la facoltà di spezzare a metà il glutine. Una caratteristica che fa di questi enzimi la base per il primo farmaco contro la celiachia». L’annuncio è arrivato ieri mattina, proprio in occasione della presentazione del primo bilancio triennale delle attività dell’Insubrias Biopark, «il polo per le biotecnologie» nato nel marzo del 2007 da una riorganizzazione aziendale severa in cui la Pfizer, colosso multinazionale nel campo farmaceutico, decise che poteva fare a meno del suo centro di ricerche di Gerenzano.
Era la fine del 2006, oltre un centinaio i posti di lavoro a rischio, soprattutto quelli dei ricercatori. Intervenne la Provincia di Varese che si fece donare il sito e si impegnò a non disperdere saperi e competenze scientifiche attraverso la creazione della Fondazione istituto insubrico «Ricerche per la vita» cui fu affidata la gestione del sito. Ruolo della Fondazione, in cui confluirono presto anche Canton Ticino, Regio insubrica, comune di Busto, Università dell’Insubria e Fondazione Cardiocentro, era quello dii «incubatrice di imprese». «Un compito questo che abbiamo svolto con successo se consideriamo che oggi gli spazi del Biopark sono quasi completamente occupati dalle 15 aziende ospitate per un totale di 150 dipendenti – ha detto ieri Andrea Gambini, direttore della Fondazione, prima di presentare nel dettaglio i progetti attualmente in corso.
Per restare in campo farmacologico, oltre a quello sulla celiachia, cui si è già accennato, ci sono altri tre progetti dedicati ad antitumorali, antinfiammatori e sulle cellule staminali per la ricostruzione della cartilagine. Non solo, ma il patrimonio del Biopark, ovvero la sua «biblioteca», costituita 172 mila estratti e 15 mila ceppi è la base su cui lavorano due istituti di ricerca statunitensi per trovare cure efficaci contro tubercolosi e malaria. E siccome il ramo delle biotecnologie è ampio, ci sono ricerche anche nel campo alimentare: «Con il progetto agrofood abbiamo piantato 504 nuove specie di vite per l’estrazione di polifenoli da frutti rossi, quali integratori sempre più utilizzati a scopo medico e alimentare», ha detto Gambini.
Parole di elogio per questo lavoro e per il grosso impianto fotovoltaico che alimenta tutto il parco, sono arrivate dall’assessore provinciale Giuseppe Martignoni e dall’assessore bustocco Franco Castiglioni, mentre il professor Patrizio Castelli, dell’Università dell’Insubria ha apprezzato l’iniziativa del bilancio triennale «perché ricerca è innanzi tutto riflettere su quanto fatto senza perdere di vista gli obbiettivi e senza farsi distrarre dalle esigenze della quotidianità – ha detto – Ripartiamo da qui senza più inerzie né scetticismi».
f.tonghini
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