VENEGONO INFERIORE Ivo Menotta, 30enne di Tradate, ne ha combinate di cotte e di crude, nella sua ancor giovane vita: dalle rapine alle estorsioni, ha già avuto diverse occasioni di vedersela con la giustizia. Però stavolta non c’entra davvero nulla: non è lui il rapinatore “puzzolente” che il 30 gennaio 2008 depredò di ben 4850 euro una donna di mezza età, a Venegono Inferiore.
Ieri Menotta è stato assolto dal collegio giudicante di Varese (presieduto da Orazio Muscato) «per non aver commesso il fatto».
Il 30enne era accusato di aver portato via con la forza, insieme a un complice, una borsa di pelle nera con dentro il piccolo tesoretto. La vittima della rapina aveva descritto sommariamente uno dei razziatori: aveva un berretto nero calato sugli occhi blu intenso, ed emanava un odore decisamente sgradevole.
La signora aveva poi riconosciuto il volto di Menotta in mezzo a numerose foto mostratele dai carabinieri. Però successivamente, e per ben due volte, aveva indicato persone differenti: segno inequivocabile della sua incertezza nel collegare Menotti a uno dei due rapinatori.
Per ovviare al cortocircuito, il pubblico ministero Massimo Baraldo ha chiesto una ricognizione all’interno del procedimento: una sorte di “confronto all’americana” da compiersi in aula. Ma il giudice Muscato, considerando anche la confusione di cui già aveva dato prova la vittima del borseggio, ha ritenuto superflua la prova. Di qui l’assoluzione, “pilotata” con successo dall’avvocato difensore Marco Bianchi.
e.marletta
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