Tokyo, 11 giu. (TMNews) – A tre mesi dal terremoto e dallo
tsunami che hanno colpito il nord est del Giappone, oltre 90.000
persone attendono ancora un tetto. Oggi, nella regione è atteso
il primo ministro nipponico, Naoto Kan, accusato di aver mal
gestito la catastrofe e secondo molti prossimo a lasciare
l’incarico.
L’11 marzo scorso, una scossa di magnitudo 9 sul fondo
dell’oceano Pacifico provocò un enorme tsunami che ha distrutto
città e villaggi interi lungo la costa di Tohoku (nord-est),
causando oltre 23.000 morts e scomparsi. Un’onda di 14 metri di
altezza ha gravemente danneggiato la centrale atomica di
Fukushima (numero 1) costruita sul bordo del mare, a 220
chilometri da Tokyo, provocando la più grave crisi nucleare da
quella di Chernobyl. Da allora oltre 90.000 persone, sgomberate
dalle zone devastate e radioattive sono ancora rifugiate nei
centri di accoglienza.
Il premier Kan è atteso a Kamaishi per partecipare a un forum organizzato dal governo sul miglioramento delle condizioni di vita dei sopravvissuti. “L’aiuto fornito alle regioni devastate non è stato sufficiente”, ha attaccato oggi in un editoriale il giornale “Yomiuri” sottolineando che “per lo sgombero delle macerie è stato impiegato troppo tempo e la costruzione di alloggi temporanei per i senza tetto non è ancora terminata”.
Est/Rcc
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