Tokyo, 7 apr. (TMNews) – Sigillati nelle loro tute stagne, circa 300 poliziotti giapponesi continuano a cercare alacremente tra le macerie della zona altamente contaminata attorno alla centrale nucleare di Fukushima, alla ricerca dei cadaveri delle vittime del terremoto e dello tsunami dell’11 marzo scorso.
I trecento uomini, di cui molti provengono da Tokyo, sono stati dispiegati per compiere questo pericoloso compito in questa zona – vietata alla popolazione – che si estende per un raggio di 20 chilometri dai reattori danneggiati, i cui abitanti sono stati evacuati per gli elevati rischi legati alla radioattività. Sono 2.453 i dispersi in quest’area, ma al momento la polizia non ha ancora fornito i risultati delle ricerche.
Complessivamente il sisma e lo tsunami hanno causato la morte di 12.608 persone, mentre 15.073 sono ancora ufficialmente disperse.
I tecnici della Tepco, nel frattanto, hanno iniziato ad iniettare azoto nel reattore numero 1 della centrale di Fukushima per evitare eventuali esplosioni causate dall’accumulo di idrogeno: “Gli operai hanno iniziato ad iniettare azoto gassoso all’1.31. Da quel momento il livello dall pressione è aumentato e vi è stata conferma che il gas è penetrato nel reattore”, ha riferito il portavoce della società che gestisce l’impianto.
L’operazione dovrebbe durare complessivamente sei giorni per un totale di 6.000 metri cubi di azoto iniettato – prevede la Tepco, che aveva presentato l’intervento come una misura preventiva legata al rischio potenziale che la quantità di idrogeno continuasse ad aumentare all’interno del reattore fino a provocare un’esplosione per contatto con l’ossigeno nell’aria.
I tecnici faranno altrettanto con i reattori 2 e 3 nei prossimi giorni.
Due dei sei reattori della centrale di Fukushima erano stati gravemente danneggiati, all’indomani del sisma dell’11 marzo, da esplosioni di idrogeno che però non avevano raggiunto il nucleo dei reattori.
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