Il 2025 sarà un buon anno. A decretarlo è stato ieri sera, giovedì 30 gennaio, il rogo della Giöbia di Gallarate, con le fiamme che, dopo aver sconfitto il maltempo (e con un po’ di fatica), si sono alzate verso il cielo accompagnate dal «brucia brucia» dei 1.300 gallaratesi accorsi per assistere alla tradizionale cerimonia. Come ogni ultimo giovedì di gennaio, il fantoccio che rappresenta la “vecchia” è stato dato alle fiamme, simbolo di purificazione e buon auspicio.
Il fantoccio di quest’anno è stato realizzato dai volontari dell’oratorio Don Bosco di Arnate, che per giorni hanno lavorato con dedizione alla struttura, vestendola per la grande serata.
“Teniamo viva la speranza”
«Bruciamo via le cose cattive», ha dichiarato il prevosto, monsignor Riccardo Festa, augurando che «l’Anno Santo sia quello buono per tenere viva la speranza». Alla serata hanno preso parte anche il prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, e il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani.
La risottata: un segreto di tradizione e passione
Ad accompagnare la festa non poteva mancare il tradizionale “Risott e Luganiga”, preparato dai volontari della Pro Loco nella celebre pentola da Guinness dei Primati. La ricetta è nota, ma ciò che la rende davvero speciale, come svelano i cuochi, è «l’amore per le nostre tradizioni».
Tra riti antichi e sapori autentici, la Giöbia di Gallarate si conferma un evento irrinunciabile per la comunità, capace di unire tradizione, convivialità e speranza per il futuro.