Si chiama “Giochiamo d’anticipo” ed è la prima guida al vaccino anti-Hpv, distribuita nei dipartimenti di oncologia e nelle farmacie del nostro paese, dall’associazione italiana di oncologia medica, per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della profilassi.
L’Hpv rappresenta la causa principale del tumore del collo dell’utero, una patologia che solo nel 2015 ha fatto registrare nel nostro paese 2100 nuovi casi, e che colpisce soprattutto donne giovani, con meno di 50 anni. Dal 2008 tutte le regioni italiane hanno avviato piani di vaccinazione contro l’infezione da Hpv, grazie a cui questa forma di prevenzione è offerta attivamente e gratuitamente alle dodicenni.
Sono ancora poche le adolescenti immunizzate contro il papilloma virus umano: il 70 per cento per l’esattezza, un numero lontano dall’obiettivo fissato del 95%. L’Hpv, che si trasmette principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti – vaginali o anali – con partner portatori, non è virus solo femminile: è più ubiquitario di quanto si pensi. Infatti oltre che nel collo dell’utero, nella vulva e nella vagina, può annidarsi e trasformare cellule sane in cellule maligne anche nell’ano, nella bocca e nella faringe, e sul pene (circa la metà dei tumori del pene è associata a infezione del papilloma umano).
È stato calcolato che la probabilità di infettarsi è per gli uomini 5 volte superiore rispetto a quella misurata nelle donne. Ma mentre le signore, tramite pap test, colposcopia, Hpv-dna test hanno la possibilità di individuare le lesioni precancerose prima che la malattia si manifesti, e di trattarle, per l’uomo non ci sono programmi di screening adeguati e il trattamento delle lesioni avviene tardivamente, il che li rende portatori, oltre che potenziali vittime, inconsapevoli. Esistono oltre 120 varianti di Hpv, differenti tra loro a seconda del tessuto bersaglio e in base alla gravità degli effetti che provocano. Una quarantina di tipi hanno come bersagli la cervice uterina, la vagina e la vulva, l’ano, il pene e l’orofaringe. Alcuni di questi sono ad alto rischio, cioè sono associati a tumori e infezioni.
«La vaccinazione è indicata sia nei maschi che nelle femmine a partire dai 9 anni di età – conferma Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom – La decisione di alcune regioni di includere gli uomini nei programmi di vaccinazione è un provvedimento importante che dovrà essere esteso anche al resto del territorio per portare a una riduzione significativa del numero di cittadini infettati e portatori del virus».
Contro l’Hpv, conclude Pinto, «disponiamo oggi di un’arma decisamente importante, che permette di giocare d’anticipo: la vaccinazione. Rappresenta uno strumento di prevenzione primaria contro i tumori, l’unica strategia veramente efficace per non entrare in contatto con il virus».
I vaccini anti Hpv sono tre: un bivalente, indicato per le femmine a partire dai 9 anni, un quadrivalente per maschi e femmine, sempre a partire dai 9 anni, e un nonavalente (non in Italia). Attualmente il Piano nazionale vaccini 2016-2018, che dovrebbe prevedere l’inserimento della vaccinazione anti-Hpv anche per i maschi di 12 anni è al vaglio del Ministero dell’economia, in attesa che termini l’iter legislativo.