– «Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e vi dirà la verità». Viene da pensare alla massima di Oscar Wilde a commento di “Io, Arlecchino”, il film che segna il passaggio di , interprete noto e apprezzato del cinema nostrano, dall’altra parte della macchina da presa.
La pellicola, diretta da Pasotti insieme al giovane , è stata presentata ieri sera in anteprima al B.A. Film Festival. «La storia – ha spiegato Pasotti – è quella di una relazione padre-figlio conflittuale che si ricomporrà quando le circostanze li obbligheranno a una convivenza forzata: il recupero del rapporto col padre, e quindi delle proprie radici, sarà fondamentale perché il protagonista possa conoscere davvero se stesso».
Fondamentale, nell’evoluzione della storia, la figura di Arlecchino, che il padre – vecchio attore della commedia dell’arte – portava in scena con la piccola compagnia teatrale di Cornello del Tasso, borgo medievale della Bergamasca. «Paradossalmente è proprio indossando la maschera di Arlecchino che Paolo riuscirà ad essere sincero fino in fondo – prosegue Pasotti, parafrasando così l’aforisma di Wilde – la scelta di dare alla figura di Arlecchino un peso centrale non è stata casuale: tutti noi attori,
da sempre, siamo in un certo senso figli suoi. Senza contare la leggenda colloca le origini di Arlecchino proprio nei pressi di Bergamo».
Fondamentale, quindi, è il tema del ritorno alle origini, che si declina sia nella storia individuale dei personaggi (il ruolo del padre è affidato all’immenso ) che nella scelta di attingere dal più classico patrimonio culturale italiano: «Il recupero della tradizione è imprescindibile per ripensare il ruolo della cultura – afferma Matteo Bini – Diceva il compositore Gustav Mahler: la tradizione è la salvaguardia del fuoco, non il culto delle ceneri».
Quanto ai progetti futuri, se Bini intende proseguire senza indugi sulla strada della regia, Pasotti ammette che il passaggio sia stato «un’emozione nuova e fortissima, tra terrore di sbagliare e soddisfazione enorme». Non sono esclusi nuovi progetti in comune.
Intanto il festival prosegue oggi alle 16 all’Istituto Antonioni, a Villa Calcaterra: , per la seconda volta nei panni di regista, presenta al pubblico e agli studenti dell’Icma il suo documentario “I bambini sanno”. Alle 21.30 appuntamento al cinema Sociale per la proiezione del documentario “Sgarbistan”, alla presenza della regista oltre che di stesso, accompagnato da e . Al cinema Dante di Castellanza alle 20.45 è la volta di “Mi chiamo Maya” di Tommaso Agnese, mentre al Nuovo di Olgiate Olona alle 21 “The Fighters – addestramento di vita” di Thomas Cailley.
Continua intanto allo Spazio Festival di piazza San Giovanni la nostra iniziativa #FacciadaFilm: ieri sono stati una cinquantina i ritratti scattati da , tra i quali a fine kermesse verrà scelto il più rappresentativo, con tanto di Oscar nato dalle stampanti 3D di FaberLab