Una mattinata diversa dal solito ieri alla Provincia di Varese: la nostra redazione si è letteralmente riempita di giovani studenti. Le due terze medie – accompagnate dalle professoresse di lettere Patrizia Bianchi, Laura Tintori, Anna Turco e Francesca Valli – della scuola secondaria di primo grado “Giovanni XXIII” di Cantello sono venute in visita al nostro giornale per capire come funziona e come nasce un quotidiano. A dare il benvenuto, insieme a tutto lo staff della Provincia di Varese,
il nostro direttore Francesco Caielli, detto Caio, che hanno spiegato come funziona il mestiere del giornalista e della redazione, come si lavora, come si impagina e, soprattutto, come e dove si “scovano” e si scrivono le notizie. «Ormai, purtroppo, il giornale non è più soltanto di carta – ha spiegato Caielli agli studenti – le notizie si cercano sempre di più in rete, sui social network, come su Facebook, che tutti conoscono. Quindi lavoriamo sia sul cartaceo, sia sul digitale che sui social. Tutti ormai vogliono sapere, in tempo reale, cosa è successo e come si è conclusa una partita di basket, per esempio». Caielli ha così spiegato ai giovani studenti non solo come nasce un quotidiano, quale lavoro c’è fuori e dentro la redazione, il prezioso lavoro dei collaboratori, dando una bella panoramica su una professione molto particolare e in evoluzione, raccontando la propria esperienza personale, e a volte le difficoltà di riuscire ad essere puntuali alla cena. Perché?
«Perché il giornale si chiude tardi, dopo le undici di sera e spesso, per non dire quasi sempre, io ceno a mezzanotte con mia moglie». Gli studenti, sulle prime un po’ timidi, hanno fatto qualche domanda. «Dove e come si stampa il giornale?» ha chiesto Filippo, «Qual è la giornata tipo del giornalista in redazione?» si domandava invece Sebastian. «Volevo fare questo lavoro fin da piccolo perché qualcuno mi aveva detto che era l’unico mestiere che permette di dormire la mattina fino a tardi – ha continuato il direttore – ma non è così: si lavora tutti i giorni, tranne Natale e non ci sono orari, si lavora sempre!». Ma il lavoro del giornalista è una passione che permette di alzarsi e andare al lavoro sempre di buon umore, nonostante gli orari e le difficoltà. Perché fare il giornalista, assicura Caielli: «è il mestiere più bello del mondo, non credete a chi non ama il proprio lavoro e fatelo anche voi: inseguite i vostri sogni!».