ROMA – Oggi, Giornata Internazionale per le Vittime di Tortura, Medici per i Diritti Umani (Medu) pubblica il webreport Frammenti. Si afferma spesso che eventi traumatici estremi, come la tortura e la violenza intenzionale, portino a una drammatica frammentazione delle funzioni psichiche di coloro che le subiscono.
Allo stesso modo, il percorso di cura può essere visto, in metafora e nei fatti, come un processo di ricomposizione dei frammenti della mente e del corpo dei sopravvissuti, un po’ come l’antica arte giapponese del kintsugi, capace di rendere preziose le fratture.
Sono oltre un milione i migranti e richiedenti asilo giunti in Italia nell’ultimo decennio, tra cui un’elevata percentuale di persone sopravvissute a traumi estremi nei Paesi di origine e/o lungo le rotte migratorie.
Il modello d’intervento
Dal 2014 Medu ha tentato di fornire una risposta a questo bisogno di salute in progressivo aumento, implementando un modello di intervento per promuovere il benessere psicofisico e sociale delle persone sopravvissute a tortura o trattamenti crudeli, inumani e degradanti: i centri Psychè per la salute mentale transculturale, attivi a Roma, Firenze e Ragusa. Sono stati oltre 1.500 i migranti, richiedenti asilo e rifugiati assistiti in 9 anni nel corso di oltre 8.000 sedute. Di questi, oltre l’80% ha riferito di aver subito tortura o trattamenti inumani e degradanti nei Paesi di origine e/o di transito.
Le linee guida
Nel 2017, il Ministero della Salute ha emanato le Linee guida per l’assistenza, la riabilitazione e il trattamento dei disturbi psichici dei rifugiati che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, ma l’Italia è ancora lontana dal pieno recepimento e dall’attuazione delle indicazioni in esse contenute.
L’esperienza decennale dei centri Psyché ha permesso di osservare i gap esistenti nei servizi di salute e nel sistema di accoglienza e di elaborare un modello di intervento efficace, replicabile e sostenibile, seppur ancora parziale. Un modello che vede nella sussidiarietà tra servizi pubblici e organizzazioni del privato sociale l’elemento chiave di una risposta possibile.
Oltre a presentare il modello di intervento dei centri Psychè, questo webreport, ricco di materiale miltumediale, cerca di offrire una panoramica della complessità attuale del rapporto tra migrazioni, trauma e salute mentale. Frammenti presenta, inoltre, alcune proposte concrete volte a migliorare la capacità di sistema del nostro paese nel gestire questo fenomeno, rivolgendosi in particolar modo ai decisori politici ai diversi livelli e al sistema dei servizi socio-sanitari nel suo complesso.